La pelle vegana a base di vinaccia vince un premio prestigioso e si affaccia sempre più velocemente sul mercato. Il Global Change Award viene assegnato ogni anno ai prodotti che hanno maggiori potenzialità commerciali e che si distinguono per il loro tratto profondamente innovativo: a conquistare lo scettro, quest’anno, è stata l’azienda Vegea nata a Milano dall’idea dell’architetto Giampiero Tessitore e che produce una pelle vegetale tratta dagli scarti della lavorazione del vino.
Questa pelle, spiega Tessitore sul sito dell’azienda “presenta le stesse caratteristiche meccaniche, estetiche e sensoriali di una vera pelle” ma viene realizzata con gli oli e le fibre vegetali estratte dalla vinaccia. Non solo questa pelle, dalle tonalità meravigliose, potrebbe davvero sostituire quella di origine animale, in più è ecosostenibile. “Nel mondo, ogni anno, vengono prodotti 26 miliardi di litri di vino – racconta Tessitore – da questo processo produttivo possiamo ricavare quasi 7 tonnellate di vinaccia, che noi trasformiamo in una materia prima dal grande valore aggiunto, e la utilizziamo per produrre ogni anno 3 miliardi di metri quadrati di Wineleather”.
Quando troveremo quindi le prime borse, scarpe e poltrone realizzate con questo prodotto innovativo? Tessitore spiega che l’obiettivo è arrivare alla produzione entro la fine dell’anno “quindi all’inizio del 2018 dovremmo già avere i primi prodotti esclusivi”.
Vegea S.r.l spiega che i suoi utilizzi spaziano dall’abbigliamento all’arredamento, passando per gli interni delle macchine ai packaging. Inoltre la “pelle di vino” ha un’altra caratteristica ancora più apprezzabile: se è vero, infatti, anche per l’utilizzo di materiali sintetici di simil pelle, vengono utilizzato derivati del petrolio, la cui creazione implica un forte inquinamento ambientale, pare invece che la produzione di pelle di vinaccia sia decisamente meno impattante, anche se non ci sono descrizioni specifiche a riguardo.
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