– Perchè avete deciso di intraprendere questa esperienza? Da dove proviene la vostra passione per il vino? Quali sono le origini della vostra azienda?
La nostra azienda affonda le radici nella tradizione: Sorso, capoluogo della Romangia, ha un territorio da sempre votato alle produzioni agricole e, in particolare, alla viticoltura. Mio bisnonno Salvatore piantò la sua prima vigna nel 1939 ma, ancora dapprima, già i suoi genitori e i suoi nonni possedevano dei vigneti, mentre mio padre è stato socio della cantina sociale Sorso-Sennori fino al suo fallimento. Produzione di uve e vini fanno ormai parte del Nostro DNA. Tale contesto familiare, nonostante un mio iniziale differente percorso di studi e lavorativo, ha influito immancabilmente in questa scelta. Con maggiore maturità si ritorna alle origini, a riassaporare le cose autentiche, a rivivere e ridare più luce a quelle che erano diventate foto sbiadite della propria adolescenza e, la spinta dei miei figli verso un ritorno alla terra, fortemente desiderato anche da loro, ha contribuito allo scopo.
– Cosa significa per voi gestire un’azienda come la vostra?
Quando nel 2010 acquistai dei nuovi terreni, che oggi costituiscono il nucleo centrale della nostra attività, ancora svolgevo le mie mansioni lavorative come dirigente d’azienda a Roma ma era viva, tuttavia, l’idea di trasformare quella passione – seppure coltivata, non con poca fatica, sacrificando il tempo libero nei fine settimana a svolgere lavorazioni manuali in compagnia della famiglia – in un progetto di impresa. Il passaggio alla gestione dell’attività come vera e propria azienda – e non più come continuazione di una tradizione familiare – infine è sicuramente rivelatosi più impegnativo per via del sopraggiungere di tutte le implicazioni accessorie, amministrative, contabili e organizzative ma, in fondo, l’aver appreso fin da piccolo – grazie a mio padre e a mio nonno – saperi, competenze tecniche e acquisito nozioni sulla coltura della, ci ha fornito i giusti strumenti per concentrarci sull’aspetto davvero principe del nostro progetto: fare il nostro meglio nella tutela e preservazione di oltre 20 varietà di uve (di cui più di 10 storiche) per la produzione di vini di una qualità superiore, raramente ritrovabile sul mercato.
– Come nasce il vostro vino? Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
La Nostra produzione vitivinicola avviene seguendo i dettami della tradizione: si basa essenzialmente su vini monovitigno caratteristici del Nostro territorio. Le tecniche innovative riguardano le modalità di coltivazione, di lavorazione del terreno, con inerbimento del suolo fino alla primavera, nell’impiego esclusivo di pellet organici per la concimazione del fondo, nella trasformazione delle nostre migliori uve, così come natura le produce, con una vinificazione “in purezza” che asseconda le diverse situazioni climatologiche di ogni annata e, nel rispetto della genuinità dei Nostri prodotti, regala vini con gradazioni e caratteristiche organolettiche uniche, che possono variare persino di bottiglia in bottiglia.
Stappando ognuna delle Nostre bottiglie svelerete il contenuto di uno scrigno che custodisce e protegge ricordi, suoni, profumi, sapori che vi narreranno tutto della vita delle nostre piante.
Non vi racconteremo dei nostri vini, lasceremo che siano loro a raccontarVi di Noi.
– Quali sono secondo voi le caratteristiche principali dei vostri vini?
La sede produttiva della Nostra azienda si affaccia sul Golfo dell’Asinara e la presenza prevalente dei venti di Maestrale e Tramontana, croce e delizia della produzione, diventa inevitabilmente una variabile determinante sulla stessa. Le continue sferzate ventose primaverili possono portare anche alla perdita parziale della produzione, a causa dell’aerosol salmastro che brucia le gemme (soprattutto se in fase tenera) ma, al contempo, è ciò che conferisce ai nostri vini – con la sola eccezione del Passito – la loro caratteristica sapidità strutturale. Un altro vanto è, altresì, l’esser stati tra i primi ad aver riproposto la produzione in purezza di un vino dalle sole uve Cagnulari, utilizzate in passato solo come taglio per altre tipologie di vini rossi, per il color purpureo, la buona tannicità e la sua corposità inconfondibili.
– Qual è il futuro della vostra cantina? Avete già dei progetti in mente?
I miei desideri per il futuro della cantina s’intersecano e si legano a doppio filo a quelli dei miei figli, che stanno già attivamente collaborando e sembra proprio vogliano proseguire questo percorso. Infatti, pur attualmente svolgendo attività lavorative in ambienti distanti da quello agricolo, non celano il desiderio di ritornare sull’isola e prendere ad occuparsi a tempo pieno dell’attività di famiglia. L’augurio è, quindi, che il sempre crescente apprezzamento della qualità delle Nostre produzioni ci permetta di consolidare le basi per dare linfa vitale agli investimenti strutturali ed ai nuovi progetti di enoturismo – che abbiamo già avviato negli ultimi anni – dando il via ad un passaggio del testimone verso questi giovani volenterosi che hanno un sempre più forte impulso a credere in nuovi progetti ed attività legati alla terra.
– Quali sono le sensazioni che volete trasmettere ai consumatori attraverso le vostre etichette?
Le nostre etichette hanno uno stile minimalista, essenziale, ma di forte impatto visivo. Il nome TraMonti richiama lo stupendo panorama e lo skyline che si ammirano, specialmente al tramonto, dalle Nostre tenute. Il colore del sole che evidenzia ogni etichetta richiama con chiarezza il vino contenuto all’interno della bottiglia: color oro per il Vermentino, rosso vivo per il Cannonau e violaceo per il Cagnulari.
Per il Passito, invece, una particolare lavorazione della etichetta permette al sole di assumere, per trasparenza, il fantastico colore ambrato di questo prezioso nettare.
Le carte utilizzate sono di assoluto pregio e con lavorazioni che forniscono anche una esperienza ed un coinvolgimento tattile al consumatore.
Il Nostro design vuole, quindi, pur impreziosendo il prodotto, fare poco “rumore”, creare poca distrazione e fare sì che l’esperienza degustativa e visiva permetta di esaltare solo quello che è il vero protagonista: il Nostro vino.
– Quali sono per voi le tre regole d’oro per un buon vino?
- Unicità: vini di carattere che abbiano dei riconoscibili tratti distintivi.
- Equilibrio: non aggressivi al palato ma che risultino, invece, avvolgenti per la loro rotondità e morbidezza, con sentori naturali e delicati, sebbene decisi.
- Idendità: vini che raccontino la storia di famiglia, di una terra, di un popolo.
– Se dovesse scegliere due parole chiave per descrivere i vostri prodotti, quali sarebbero?
Carattere, originalità.
– Qual è il vostro rapporto con il territorio?
Completa sintonia e simbiosi. La sede dell’azienda è un vecchio rudere che, un tempo destinato all’abbattimento, è stato completamente ristrutturato con un occhio all’eco-sostenibilità, mediante l’installazione di pannelli fotovoltaici, in attività da già 10 anni, che provvedono al fabbisogno di consumo elettrico per gli impianti e le attrezzature agricole, sfruttando la grande energia di una delle più importanti risorse della Nostra terra: il sole. Impieghiamo altresì tecniche agrarie di basso impatto mediante l’utilizzo di soli concimi organici e trattamenti prevalentemente a base di cupro-solfati, eseguendo tutte le lavorazioni in vigna (dalla potatura, il distacco dei tralci, la spollonatura, la potatura verde financo alla vendemmia) in maniera scrupolosamente manuale, limitando qualsiasi tipo di operazione meccanizzata.
Sono in fase di studio di fattibilità l’introduzione di nidi per uccelli, case degli insetti e, così come già di larga pratica in Francia, di maiali nani per la pulizia dell’interceppo limitando lavorazioni a macchina.
– Come si posiziona oggi il vostro vino? Siete più orientati al mercato nazionale o a quello internazionale?
La nostra è una politica dei piccoli passi: pur potendo potenzialmente accrescere sensibilmente la produzione, siamo momentaneamente ancora attestati su 4-5000 bottiglie complessive, prediligendo un imbottigliamento “a tiratura limitata” ma dagli standard qualitativi senza compromessi. Puntiamo prevalentemente al mercato nazionale anche se, stante la corposa struttura dei nostri vini, abbiamo in molteplici occasioni ricevuto lusinghieri apprezzamenti di qualità da alcune realtà nord europee, nonché da numerosi turisti che, provenienti da oltre oceano, hanno realizzato il desiderio di venire a visitare la nostra piccola ma entusiasmante realtà.
– Perchè un consumatore dovrebbe scegliere i vostri vini? E chi è il vostro target di riferimento?
Le caratteristiche dei vini prodotti da uve di coltivazioni non irrigue, l’adozione di tecniche agricole di basso impatto ambientale, l’utilizzo di materiali di pregio e di assoluta eccellenza – bottiglie provenienti da vetrerie italiane (di 550 gr ca. di peso) e tappi in sughero Sardo (1a scelta “extrissima”, nasati uno ad uno da esperti) -,
la decantazione naturale in botti di acciaio che limita lo stress sul prodotto vivo, la gradazione alcolimetrica di rilevanza, conferiscono alla nostra linea prodotti una indiscutibile qualità che ci posiziona sicuramente in prevalenza all’attenzione di un target di utenza medio-esperto ed esigente o, comunque, interessato al consumo di vini importanti ma non sofisticati.
Il consumatore che ami non semplicemente bere un bicchiere di vino ma assaporarlo, con attenzione e coinvolgimento, facendosi avvolgere da interessantissime note olfattive e gustative che richiamano alla mente sapori autentici e speciali, dovrebbe sicuramente degustare i nostri vini.
– Qual è secondo voi l’etichetta che più rappresenta la vostra azienda? E perchè?
Sicuramente il Cagnulari in quanto è il più autentico e ricercato, fedele alla propria natura. È un vino che si fa conoscere ed apprezzare per la sua originalità e le sue peculiarità in un mare di “già sentito”. Non è “ruffiano”, non cerca di piacere per forza e/o a tutti, distinguendosi invece nella sua naturalezza, senza adulterazioni. È un vino incredibilmente in grado di regalare intense emozioni a chiunque volesse rallentare e prendersi il tempo di conoscerlo, con la giusta calma, e considerarlo sempre di più in un mondo sempre troppo di corsa, soggiogato dalla tirannia dell’effimero e dell’immediato.
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