– Da dove proviene la scelta del nome della vostra azienda? Il vostro logo ha un significato in particolare?
Bibbiani è il toponimo della località dove sorge la villa, nei pressi di Firenze, a Capraia e Limite. La cantina è parte di una grande tenuta, Villa Bibbiani appunto, e la facciata principale della villa è stilizzata nel logo dell’azienda. Sotto il disegno compare il motto “amor et labor”, noto a chi lavora qui perché riportato sia in cantina sia nel vecchio frantoio a indicare la passione e l’impegno che dedichiamo ai prodotti di questo incredibile contesto.
– Quali sono le origini dell’azienda, e quale è stato il percorso che vi ha portato dove siete ora?
All’inizio del 2020 è stato presentato il vino emblema di Villa Bibbiani, il Chianti Montalbano, per brindare al rilancio della cantina e festeggiare il ritorno alla produzione dopo i lavori di recupero della tenuta, gioiello delle colline del Montalbano. Motore dell’imponente progetto è l’attuale proprietario: George Mc Carroll Rapier III, imprenditore originario del Texas e innamorato di questo angolo della Toscana che combina arte, natura e operosità. La storia di Villa Bibbiani è però molto più antica: l’area era già nota per la viticoltura ai tempi degli Etruschi, mentre risalgono al medioevo i primi documenti scritti sulla tenuta. È stato nell’Ottocento che la cantina ha raggiunto il massimo splendore, grazie all’opera del Marchese Cosimo Ridolfi: a lui ci ispiriamo ancora oggi nel progetto di rilancio.
– Quali sono le caratteristiche di unicità che contraddistinguono i vostri prodotti?
La qualità dei vini di Villa Bibbiani è il risultato di due fattori: la natura generosa del territorio e le nostre tradizioni in cantina. L’ambiente dei vigneti è una ricchezza che trattiamo con cura e rispetto. Ad esempio, usiamo centraline in campo per avere il controllo in tempo reale delle piante. Le uve, una volta mature, sono raccolte a mano e sono lavorate il meno possibile per mantenerne intatte le proprietà. Non usiamo pompe ma la forza di gravità per movimentare i grappoli prima e il mosto poi, sfruttando l’idea “innovativa” di una struttura a più livelli introdotta dal marchese Cosimo Ridolfi. Le sue opere idrauliche e di riscaldamento avevano reso la cantina di Villa Bibbiani un vanto di ingegneria e punto di riferimento per la produzione di grandi vini allora come oggi.
– Se doveste raccontare i vostri vini a chi non li ha mai assaggiati, come li descrivereste?
Partiamo dai vigneti: la maggior parte è piantata a Sangiovese, re indiscusso del territorio, ma sono anche presenti Colorino e Canaiolo nero, uvaggi che rientrano nel Chianti Montalbano. Tre ettari sono coltivati a Cabernet Sauvignon, che in questa zona è da considerare quasi autoctono in quanto presente da oltre 500 anni perché qui riesce a esprimere al meglio le proprie caratteristiche.
Accanto al Chianti Montalbano DOCG, fiore all’occhiello della cantina, ci sono le quattro etichette IGT: il fresco e vibrante rosé Flora, 100% Sangiovese, che si ispira ai profumi del parco botanico della tenuta; il Treggiaia, un blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon che si distingue per la sua intensità e ricchezza aromatica; il Pulignano, un Sangiovese in purezza, suadente e fine; e il Montereggi, un Cabernet Sauvignon di grande personalità e con un elevato potenziale di invecchiamento. Vini pregiati che raccontano in bottiglia l’“amor et labor” di cui parlavamo prima.
– Qual è il consumatore tipo di riferimento della vostra azienda? A chi si rivolge il vostro vino?
Ci stiamo rivolgendo a una clientela di fascia medio alta, educata ai vini di qualità e alla ricerca di vini del territorio con un potenziale elevato tale da stupire a ogni assaggio. L’intenzione è di farci conoscere al nostro cliente finale attraverso grandi ristoratori, chef e distributori nazionali e internazionali che comprendano la storia di questi vini e ne percepiscano tutti i sentori e le note aromatiche e soprattutto sposino il nostro stile produttivo.
La gamma dei nostri vini è proposta per incontrare differenti tipi di consumatori e anche per offrire diverse possibilità di abbinamento in base alle esigenze di consumo: dal rosato floreale al tipico Chianti Montalbano, dall’elegante Montereggi al potente Pulignano.
– Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Per produrre le nostre cinque etichette usiamo il meglio dei metodi tradizionali abbinati alle tecnologie moderne. L’innovazione ci permette di tornare a gesti che per secoli si sono ripetuti nelle cantine. Un esempio su tutti è il follatore meccanico: un braccio che rimesta le bucce nel mosto in maniera soffice, riproducendo un movimento che un tempo si faceva a mano con bastoni e attrezzi simili. Portiamo avanti uno stile produttivo basato sul rispetto dell’ambiente e sulla tradizione aggiornata con le più moderne tecnologie enologiche che rendono il nostro vino attuale e adatto agli appassionati di tutto il mondo.
– Quali sono i canali di vendita utilizzate per raggiungere i vostri clienti? Quali strategie avete adottato in questo momento di emergenza sanitaria?
Villa Bibbiani mantiene il rapporto diretto con la rete locale delle enoteche e dei ristoranti per valorizzare il patrimonio di quest’area della Toscana. Ma questo non basta e, nonostante l’anno difficile, ci stiamo muovendo verso l’Asia, dove abbiamo partecipato alle fiere di Canton e Qingtian, e verso gli Stati Uniti. L’attuale proprietà è originaria di Huston e con il Texas manteniamo una relazione unica attraverso la Camera di Commercio locale. L’attuale emergenza ci ha spinto ad aprirci alla vendita online sia in Italia sia all’estero. Il primo passo è stato quello di rendere operativo il nostro shop online, quindi ci sarà Amazon per servire l’Europa e gli Stati Uniti nonché Alibaba, Tmall e Wechat per i mercati asiatici.
– Organizzate visite in cantina per appassionati? Se sì, cosa prevedono?
Accogliamo in cantina i professionisti del settore e gli amanti del buon vino che vogliano scoprire i tesori della nostra realtà. Arrivando, i visitatori sono accolti dai nuovi vigneti, piantati quest’anno, che sono accanto al viale di accesso a Villa Bibbiani. La cantina è organizzata su più livelli e il suo edificio vale la visita e, se non bastasse, tutt’attorno si sviluppa il parco botanico che ospita gli edifici padronali. Organizziamo personalmente la visita e richiediamo la prenotazione per gestire al meglio il tempo da dedicare alla degustazione del vino e anche del nostro olio extravergine toscano.
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