La società ha per oggetto l’esercizio dell’impresa agricola, la coltivazione di fondi e la commercializzazione e valorizzazione dei prodotti ottenuti dalla coltivazione delle proprie terre. Da giugno 2016 i terreni condotti sono assoggettati al metodo di coltivazione biologico: le produzioni di uva sono parzialmente vendute allo stato fresco e parte cedute in conto lavorazione, vinificate ed imbottigliate presso una cantina del territorio in attesa che sia pronta la propria. La superficie a vigneto è pari a circa 22 ettari, coltivati a Negroamaro, Susumaniello, Malvasia N. di Brindisi, Minutolo, Vermentino, Lambrusco e Primitivo. Due ettari invece sono allevati secondo la forma di allevamento tradizionale ad alberello pugliese, mentre la restante parte a controspalliera, con sistema di allevamento a cordone speronato. Queste tipologie di sistema di allevamento consentono il raggiungimento di altissimi standard di qualità, sia per la potenziale età avanzata raggiungibile dalle piante, che per il ridotto numero di grappoli che si lasciano maturare per effetto della pratica di potatura verde. La selezione è finalizzata a portare a compimento del ciclo di maturazione solo i germogli con grappoli con le caratteristiche enologiche migliori.
– Da dove proviene la scelta del nome della vostra azienda? Il vostro logo ha un significato in particolare?
Il nome dato all’azienda deriva dalla contrada Lu Spada che è stata caratterizzata fino agli anni 80 da una forte e qualificata presenza di vigneti impiantati tra la fine dell’800 e tutto il novecento. Terre rosse e vocate alla viticoltura che con gli incentivi agli svellimenti sono state abbandonate e utilizzate a seminativo e all’orticoltura. La nostra azienda ha recuperato alcuni vecchi vigneti di negroamaro e susumaniello ancora rimasti e sta procedendo alla ricostruzione di nuovi vigneti. Il logo rappresenta cinque punte/frecce che indicano i cinque soci fondatori.
– Quale è la vostra filosofia produttiva? Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Tendiamo ad unire tradizione e innovazione recuperando e sperimentando tutte le potenzialità delle nostre varietà autoctone(negroamaro,primitivo,susumaniello,malvasia nera e bianca, minutolo). Abbiamo scelto, anche per dare maggiore valore e per esaltare le potenzialità dei nostri autoctoni, una conduzione, una pratica di coltivazione tutta biologica,ottenendo da questo anno la certificazione biologica delle uve prodotte e dei vini.
– Qual’è l’etichetta che meglio rappresenta la vostra filosofia?
Il Masada, un negroamaro igt Salento che da questo anno diventerà Doc BRINDISI oltreché biologico certificato.
– Cosa ritenete vi contraddistingua, rispetto alle altre aziende, nel mercato vitivinicolo italiano?
Le caratteristiche di alcuni nostri vigneti condotti ad alberello (antica conduzione pugliese) e delle uve di negroamaro e di susumaniello prodotte che risentono, nella loro maturazione, delle brezze marine del mare adriatico, distante meno di due chilometri e di un microclima che si è formato negli anni grazie ad un bacino artificiale di acqua dolce e ricco di biodiversità, a trecento metri dal quale iniziano i nostri vigneti. Clima e biodiversità oltre alle terre rosse contribuiscono a dare colore, profumi e intensità morbida ai nostri vini rossi e rosati. I nostri vini vogliono essere apprezzati come vini artigianali e biologici.
– Qual è il mercato dove distribuite maggiormente le vostre etichette? Dove invece vorreste espandervi?
Soprattutto locale e nazionale. Ci si sta affacciando su alcuni mercati esteri (America/Pennsylvania, Georgia, Svizzera, Kazakistan). Ci interessano soprattutto i mercati europei e quelli orientali.
Tre pro del progetto Best Wine Stars
Competenza e rapporti con Wine lovers e blogger, organizzazione e location.
– Cosa vi ha spinto a partecipare a Best Wine Stars 2019?
Innanzitutto la città di Milano che consideriamo un mercato in espansione per la cultura del vino e per uno sbocco di mercato delle nostre etichette e la presentazione e la proposta dell’evento per come l’abbiamo colta nell’invito rivoltoci da Best Wine Stars.
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