– Quali sono le peculiarità e le caratteristiche più significative della tua produzione?
Tenute dei Ciclopi, la nostra cantina, si trova a Passopisciaro, Castiglione di Sicilia (CT), sul versante Nord del vulcano dell’Etna. L’abbiamo fondata nel 2020: amici dai tempi dell’università e attivi a livello internazionale nel mondo della didattica innovativa, durante la pandemia abbiamo deciso di investire nella nostra terra d’origine, acquistando 7 ettari di vigneto tra i comuni di Randazzo, Castiglione e Milo da alcune famiglie storiche di vignaioli etnei. Tutti i vini sono fatti rigorosamente con vitigni autoctoni dell’Etna, secondo principi sostenibili: ogni lavorazione avviene nel rispetto della tradizione, dall’uso dell’alberello, al ricorso al palo di castagno – ripristinandolo lì dove nel corso degli anni era stato eliminato o sostituito – fino alla raccolta manuale.
– Perchè hai deciso di partecipare a BWS e cosa ti aspetti da questa esperienza?
Siamo convinti che Milano sia un luogo di elezione per i vini etnei. I consumatori sono attenti, cercano la qualità, apprezzano le storie e la fatica che stanno dietro un bicchiere di vino. BWS sarà un’occasione per incontrarli e raccontare loro il nostro vulcano.
– Quali sono i punti di forza che ritroviamo nei vini/negli spirits della tua azienda valorizzate dal tuo territorio?
L’Etna è un ecosistema unico al mondo, violento e fragile al tempo stesso. Per questo abbiamo deciso di produrre vini innanzitutto sostenibili: per tutelare questo territorio, adottando dei metodi di coltivazione che siano rispettosi della tradizione, unendo l’approccio biologico al rispetto del suolo e delle vigne.
Cerchiamo di preservare le tradizioni millenarie, rispettare il lavoro delle donne e degli uomini etnei, che da millenni lavorano per coltivare vigne nei crateri spenti, vero patrimonio dell’umanità.
Vogliamo trasmettere ai wine lovers che bere un vino di Tenute dei Ciclopi significa assaporare un nettare minerale come i piroclasti e sapido come la brezza marina che scorre tra i filari, ma vuol dire anche sostenere la comunità che continua a vivere in queste terre, mettendo al centro del proprio lavoro la qualità, perseguendo un equilibrio tra individuo e territorio, nel pieno rispetto dell’ambiente.
– Raccontaci del nuovo progetto a cui state lavorando.
Stiamo lavorando alla nuova cantina, che sarà pronta per il 2027. Sarà un edificio perfettamente integrato nell’ambiente, ispirato ai più moderni criteri di sostenibilità.
– Come è nata la tua passione per questo settore?
Nella vita facciamo tutt’altro, ci occupiamo di didattica innovativa e sviluppiamo in Italia e nel mondo simulazioni di sedute delle Nazioni Unite indirizzate agli studenti delle scuole superiori. Sommelier per passione, compiuti i 40 anni, volevamo provare a contribuire a riscattare la nostra terra, promuovendo il suo prodotto per eccellenza (il vino etneo) nel mondo.
– Quali strumenti utilizzi per promuovere e distibuire i tuoi prodotti?
Crediamo molto nei social e nel rapporto diretto con i nostri wine lovers, ma la nostra azienda si fonda anche su una solida rete di collaboratori, che contribuiscono instancabilmente a promuovere i nostri vini nei ristoranti italiani e del mondo.
– In quali regioni italiane e in quali nazioni possiamo trovare le tue etichette?
Siamo presenti in tutta Italia. All’estero potete trovare i nostri vini nei ristoranti di Francia, Olanda, Regno Unito, Spagna, Svezia, Irlanda, Israele, Stati Uniti d’America e Canada.
– Qual è la filosofia e la mission delle tua azienda?
Vogliamo valorizzare il territorio dell’Etna in tutto il mondo raccontando i luoghi da cui nascono i vini Etna. Questo è stato il motivo che ci ha spinti a fondare la nostra cantina e a ritornare, a quarant’anni, nei nostri luoghi di origine.
– Come descriveresti l’annata 2023?
E’ stata un’annata complicata, con pochissima quantità. L’uva rimasta, per fortuna, era di ottima qualità. Ma questi fenomeni atmosferici, che stanno così tanto cambiando le stagioni, impongono a noi tutti di fare i conti con la necessità di rispettare il pianeta e pensare al futuro, non solo dei giovani, ma anche delle colture e degli ecosistemi.
– Descrivici il profilo del tuo consumatore tipo e qual è l’etichetta più apprezzata da questa categoria di clienti.
I nostri consumatori sono wine Lovers, disponibili a spendere per una bottiglia di vino di qualità e rispettosi del lavoro che le donne e gli uomini hanno investito per far nascare quel prodotto. Il nostro vino più apprezzato è certamente l’Etna Rosso, la nostra lava quida, come amiamo definirla.
– Da dove provengono i nomi delle tue etichette e a cosa si ispirano le immagini presenti su di esse?
La nostra Etichetta reca l’immagine del ciclope Polifemo, primo abitante del Vulcano, con i capelli e la barba intrecciati di uva. La viticoltura è sempre stata parte integrante della vita degli uomini e delle donne che hanno deciso di vivere sul vulcano. Pensate che fino al 1870 1/3 della superficie dell’Etna era interamente ricoperta da vigne. Alcune vigne molto antiche ci sono arrivate grazie al lavoro instancabile delle famiglie che le hanno preservate per decenni, come delle vestali. Quando li abbiamo conosciuti abbiamo pensato che fossero dei giganti, che sull’Etna si chiamano ciclopi. E in loro onore che è nata la cantina, e l’etichetta che potete vedere nei nostri vini.
– Quali sono i premi e i riconoscimenti che la tua azienda ha ricevuto nel corso degli anni?
I vini hanno avuto grandi riconoscimenti, sia a livello internazionale che nazionale. Cito, tra i tanti, tutti disponibili sul nostro sito, i 91 punti di James suckling, alla doppia medaglia d’oro di Gilbert and Gaillard, al far parte dei migliori 300 vini italiani secondo la Guida Vini Buoni d’Italia del touring club italiano. Riconoscimento che noi rigiriamo ai nostri “Ciclopi”, gli eroi che hanno preservato le vigne etnee negli anni dell’abbandono delle campagne e che ci hanno permesso di portare nel Terzo Millennio la storia di un territorio complicato e meraviglioso.
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