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Intervista a Tenuta Sant’Antonio – Famiglia Castagnedi

Aprile 17, 2023 /Posted byBest Wine Stars / 0

– Perché avete deciso di intraprendere questa esperienza? Da dove proviene la vostra passione per il vino? Quali sono le origini della vostra azienda?

La passione per il vino si è tramandata di generazione in generazione. Nostro padre era viticoltore e conferitore alla cantina sociale di Colognola ai Colli, nonché fondatore della realtà consortile.

Nell’arco del tempo abbiamo da prima lavorato i vigneti, anche come terzisti e come realizzatori di impianti.
Poi a fine anni ’80 abbiamo avuto l’occasione come fratelli di acquistare un terreno e la tenuta sui Monti Garbi, così nel 1989 abbiamo intrapreso il passo, iniziando così a pensare non solo alla parte agronomica, ma anche alla parte enologica. La fondazione poi della cantina, con la prima bottiglia prodotta come Tenuta Sant’Antonio risale al 1995.

– Cosa significa per voi gestire un’azienda come la vostra?

È fonte di orgoglio e ispirazione. Ai tempi eravamo in pochi nella nostra vallata, a cavallo delle aree Valpolicella e Soave, a produrre vino. Con il tempo sono cresciute le realtà. Per noi è un progetto principalmente territoriale, che vuole valorizzare i nostri areali, la nostra produzione, le nostre uve e storia, mantenendo però inalterata la passione per la terra, per la sostenibilità sia ambientale che d’azienda, non volendo fare investimenti non alla nostra portata, mantenendo sempre alto il valore del prodotto e di ciò che rappresenta.

– Come nasce il vostro vino? Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?

Entrambe, negli ultimi anni, con l’inserimento in azienda anche della nuova generazione si è deciso di intraprendere un percorso di conversione al Biologico, parziale su circa 20/25ettari dedicati alla produzione dei vini del brand TéLOS. Un progetto pioneristico, dedicato al nuovo mondo del vino, fatto di qualità massima, ma sostenibilità e benessere, sia per l’ambiente ma anche per il consumatore. I vini infatti sono senza solfiti aggiunti, certificati vegani e dalla vendemmia 2023 saranno anche biologici.

Tante pratiche che abbiamo dedicato a TéLOS sono poi state trasportate sulle altre linee, così da dare credibilità a affidabilità a tutta la produzione di FAMIGLIA CASTAGNEDI.

– Quali sono secondo voi le caratteristiche principali dei vostri vini?

La mineralità e la balsamicità sono caratteristiche intrinseche dei nostri vini. Date dal terroir a prevalenza calcareo che soprattutto connota i vini rossi. Ci troviamo infatti nella Valpolicella Orientale in cui i terreni sono completamente diversi, bianchi e gessosi. Questo lascia una impronta che ci distingue da tanti altri vini della Valpolicella. I bianchi al tempo stesso sono espressioni di terreni misti vulcanici e marnosi, da qui le tipiche note minerali e sulfuree ma al tempo stesso anche eleganza e persistenza.

– Qual è il futuro della vostra cantina? Avete già dei progetti in mente?

La pandemia da questo punto di vista ha dato una forte spinta all’evoluzione dell’azienda. Restiamo sempre produttori e legati alla nostra terra, a filiera completa, ma abbiamo deciso di intraprendere un percorso di evoluzione e di efficientamento molto importante, tanto da stabilire nel triennio 2021/2023, e a seguire, i più alti investimenti di sempre per rinnovare e migliorare ogni fase dell’azienda. Un processo che abbiamo deciso di intraprendere con i piedi per saldi, soprattutto rivolti alla qualità del prodotto e del lavoro dei nostri collaboratori.

– Quali sono le sensazioni che volete trasmettere ai consumatori attraverso le vostre etichette?

Le principali, che abbiamo da sempre e ci ripromettiamo ogni giorno, è di avere un rapporto qualità prezzo corretto, e concedere al consumatore la possibilità di trovare in bottiglia e nel bicchiere il saper fare di quattro fratelli e di un’azienda che ha radici ben radicate nel suo territorio ma che guarda al futuro e al mondo.

– Quali sono per voi le tre regole d’oro per un buon vino?

Ciascun produttore ha le sue regole, e nessuna è assoluta. Dal nostro punto di vista la pulizia dei vini è un principio fondamentale, unita al legame con il territorio e alla possibilità di beva, non solo nelle grandi occasioni ma anche in momenti più quotidiani.

– Se dovesse scegliere due parole chiave per descrivere i vostri prodotti, quali sarebbero?

Iconici e qualitativi/accessibili.

– Qual è il vostro rapporto con il territorio?

Il legame con il territorio è profondo, sono radici che affondano nella storia di famiglia e che al tempo stesso vogliamo portare e trasmettere ai consumatori, italiani e esteri, dando a tutti la possibilità di conoscere il valore dell’Italia e del suo saper fare imprenditoria e qualità, in modo unico al mondo.

– Come si posiziona oggi il vostro vino? Siete più orientati al mercato nazionale o a quello internazionale?

Nell’arco degli anni abbiamo aggiunto al brand Tenuta Sant’Antonio altri due brand per dare possibilità a tutti i consumatori di trovare il loro vino, usando però le uve del territorio, coltivate nei nostri 150ettari di produzione e lavorate nella nostra cantina. In questo modo attraverso lo storico brand Tenuta Sant’Antonio, il più moderno e vibrante SCAIA e l’innovativo TéLOS, dare al consumatore ampia scelta.

Ad oggi per noi il mercato internazionale vale il 75% delle vendite. In questo quadro generale Tenuta Sant’Antonio si rivolge a clienti HORECA, per un lavoro sempre molto legato al consumatore che vuole essere accompagnato a conoscere la qualità attraverso Sommelier e professionisti del settore.

– Qual è secondo voi l’etichetta che più rappresenta la vostra azienda? E perché?

Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli è l’icona dell’azienda. È stata la prima etichetta di Amarone prodotta e che più di ogni altra in azienda è icona dell’evoluzione rimanendo salda a ciò che per noi vuol dire Amarone della Valpolicella, ovvero: produzione limitata solo nelle migliori annate Single Vineyard, qualità massima delle uve, appassimento controllato, trasformazione in cantina nel rispetto del prodotto stesso. È un vino riconosciuto dalla critica come icona del nostro saper fare, al quale si stanno sempre più affiancando gli altri prodotti Single Vineyard: Soave DOC Vigna Monte Ceriani, Valpolicella DOC La Bandina e Amarone della Valpolicella DOCG Riserva Lilium Est.

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