– Perché avete deciso di intraprendere questa esperienza? Da dove proviene la vostra passione per il vino? Quali sono le origini della vostra azienda?
La famiglia Botti è presente sul Montenetto fin dal 1870, creando e sviluppando negli anni un fortissimo legame con l’agricoltura e in particolare con la vigna. Spirito pionieristico, Ugo, mio papà, ha creduto fortemente nella potenzialità del territorio ed è stato uno dei fautori della DOC Capriano del Colle nel 1981, facendosi promotore, negli anni successivi, della fondazione del Consorzio Capriano del Colle DOC, oggi Consorzio Vini Montenetto. Io, Anna Botti, ho ereditato una forte passione dalla mia famiglia e rappresento la quarta generazione di vignaioli.
– Cosa significa per voi gestire un’azienda come la vostra?
Amiamo e rispettiamo la natura che ci accoglie. Oggi io e mio marito Marco Zizioli (enologo aziendale) siamo orgogliosi dei progressi ottenuti in ambito di viticoltura sostenibile, sviluppata combinando diverse strategie che applicano il lato positivo di ogni metodo. Gestiamo l’azienda con strategie che ci consentono di preservare e tutelare l’ambiente, consumando una sempre minore quantità di energia fossile e inquinando il meno possibile. La nostra filosofia è lasciare alle future generazione un mondo più sostenibile. Le risorse umane dell’azienda contribuisco alla crescita e al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
– Come nasce il vostro vino? Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Ogni giorno attraversiamo i nostri vigneti, li osserviamo, studiamo, comprendiamo i meccanismi naturali che li guidano. Coltiviamo il terroir nel modo più rispettoso per far emergere la natura essenziale dei suoi frutti. Anche le innovazioni seguono la regola del giusto tempo di attesa, della meditazione, della consapevolezza necessaria per scegliere la strada migliore. Il ciclo della terra non segue i cambiamenti repentini delle mode; per noi “innovare” significa capire che un cambiamento è necessario; ed è questa consapevolezza che rappresenta il seme dell’innovazione stessa.
Il nostro modo di lavorare la vite combina le migliori tradizioni del passato alle moderne tecnologie. La conoscenza del carattere dei nostri vitigni, la cura del loro potenziale e individualità, la valutazione ragionata di nuove opportunità, ci permettono di praticare una viticoltura ragionata integrata e mirata al rispetto dell’equilibrio naturale e della biodiversità.
– Qual è il futuro della vostra cantina? Avete già dei progetti in mente?
Abbiamo in programma di ampliare la cantina, la superficie vitata e di conseguenza lo spazio dedicato alle degustazioni potenziando l’enoturismo sul nostro territorio.
– Quali sono per voi le tre regole d’oro per un buon vino?
Eleganza, bevibilità, territorialità.
– Come si posiziona oggi il vostro vino? Siete più orientati al mercato nazionale o a quello internazionale?
Al momento siamo orientati al mercato nazionale, strizzando l’occhio al mercato internazionale.
– Perché un consumatore dovrebbe scegliere i vostri vini? E chi è il vostro target di riferimento?
Autenticità del taglio unica al mondo Marzemino-Merlot-Sangiovese. Prezzo-qualità. Il nostro target di riferimento è il canale HO.RE.CA.
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