L’intero processo è biologico e certicato; la filiera corta, anzi cortissima, visto che la vigna più lontana dista appena 600 metri dalla cantina. Pietro e Aldo Giambenini hanno sviluppato una vinificazione di precisione, basata su una scrupolosa parcellizzazione degli appezzamenti, che valorizza i territori ed esalta le dierenze di ciascun vigneto. Su cinque diverse tipologie di suolo, tutte esposte al sole e irrigate naturalmente dalle falde acquifere sottostanti, crescono vitigni locali e internazionali (Corvina, Corvinone, Rondinella, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Lagrein e Petit Verdot tra i rossi; Pinot Grigio e Bianco, Traminer e Garganega tra i bianchi). La raccolta e la selezione dei grappoli sono rigorosamente manuali, perché ciascuno di essi mantenga intatte le proprie caratteristiche organolettiche originali. Fedeli alla scelta di maneggiare il minimo indispensabile la materia prima, a Tenuta La Cà sono stati i primi, sul Lago di Garda, a praticare il metodo “a caduta”, lasciando che sia la gravità a lavorare al posto delle macchine.
– Da dove proviene la scelta del nome della vostra azienda? Il vostro logo ha un significato in particolare?
Il nome aziendale coincide con la località dove si trova la Tenuta, luogo in cui anni fa sorgeva un grande casolare che dava ospitalità a molte persone, una grande casa da cui l’abbreviazione dialettale “Cà”. Il nostro logo è l’accento e simboleggia l’attenzione che poniamo su ogni cosa, un accento appunto su ogni lavorazione, su ogni dettaglio, su ogni acino.
– Quale è la vostra filosofia produttiva? Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Il nostro suolo morenico è molto prezioso e ci da una materia prima di assoluta qualità, tutto quello che facciamo ha l’obiettivo di tradurre nel modo il più fedele possibile le caratteristiche delle nostre uve e dei nostri suoli. Per questo le nostre rese ettaro sono basse, attuiamo un’attenta parcellizzazione degli appezzamenti, selezioniamo i grappoli e vinifichiamo per gravità.
– Qual è l’etichetta che meglio rappresenta la vostra filosofia?
L’etichetta di Calis, il nostro IGP rosso da uve Merlot-Cabernet SauvignonCorvina-Lagrein, è speciale. Il visual riprende il panorama che si osserva dalla nostra Tenuta, scomponendone gli elementi che diventano parte di un collage. I pezzi del collage sono parti di fotografie scattate da noi delle vigne e del suolo e i colori utilizzati per riempire le campiture derivano da quelli dei nostri acini maturi e dai sassi che si trovano nel terreno.
– Cosa ritenete vi contraddistingua, rispetto alle altre aziende, nel mercato vitivinicolo italiano?
La grande tensione verso l’innovazione e verso la sperimentazione. Tenuta La Cà ha una storia molto giovane, come anche la proprietà, grazie a questo è sempre in divenire. Per sottolineare e dimostrare tangibilmente questo fattore differenziante abbiamo creato la gamma Intuito che si compone di vini unici, prodotti sono una volta frutto di idee, prove, blend inaspettati, di sperimentazioni appunto.
– Qual è il mercato dove distribuite maggiormente le vostre etichette? Dove invece vorreste espandervi?
Il nostro primo mercato al momento è quello Austriaco. La lista dei desideri è lunga, sarebbe bello vendere ovunque, ma al primo posto per il momento ci sono i mercati asiatici, in particolare Hong Kong, Singapore, Taiwan e Giappone.
– È possibile venire a visitare la vostra cantina? (Se sì indicateci i giorni e gli orari e eventuale mail di prenotazione).
La nostra campagna, la nostra cantina e la nostra bottaia sono visitabili tutti i mesi dell’anno dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.30 e nel weekend su richiesta.
– Cosa vi ha spinto a partecipare a Best Wine Stars?
In primis due cose: la location e la possibilità di vendere. La maggior parte degli eventi purtroppo non danno questa possibilità e credo che sia un grande limite. Ci ha convinto poi l’organizzazione competente, disponibile e il network che ci è stato presentato.
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