– Cosa significa per voi gestire un’azienda come la vostra?
Per me, Gabriele Frusca, gestire un’azienda vitivinicola vuol dire innanzitutto coltivare una passione, quella della viticoltura, e poi preservare e valorizzare un territorio, che è quello della Valcalepio e, in particolare, di Grumello del Monte.
– Come nasce il vostro vino? Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Il nostro vino nasce, prima di tutto, con un attento lavoro in vigna sulla pianta e sul terreno, per ottenere uve adatte al vino che vogliamo ottenere e poi, in seguito, attraverso una classica vinificazione in rosso, in cui la pulizia di cantina deve essere una prerogativa imprescindibile.
– Quali sono secondo voi le caratteristiche principali dei vostri vini?
La fragranza del frutto, l’equilibrio gustativo e la pulizia olfattiva.
– Qual è il futuro della vostra cantina? Avete già dei progetti in mente?
Siamo un’azienda nata cinque anni fa quindi con ancora molto da fare, però ci piacerebbe far conoscere sia a Bergamo, sia al di fuori, il nostro territorio spesso rimasto in ombra.
– Quali sono le sensazioni che volete trasmettere ai consumatori attraverso le vostre etichette?
Vogliamo offrire un’interpretazione piacevole dei vini bergamaschi, vini che abbiano serbevolezza e soprattutto che invoglino a venire a conoscere la nostra realtà.
– Quali sono per voi le tre regole d’oro per un buon vino?
Passione per il proprio territorio, continuo studio e aggiornamento, apertura al confronto.
– Se dovesse scegliere due parole chiave per descrivere i vostri prodotti, quali sarebbero?
Fragranza e novità. La prima per quanto riguarda le caratteristiche del prodotto, la seconda perché i nostri vini sono ancora poco conosciuti.
– Qual è il vostro rapporto con il territorio?
Amiamo molto l’ambiente in cui lavoriamo e ci sentiamo in dovere, facendo questo lavoro, di prendercene cura e di farlo conoscere attraverso i nostri vini.
– Come si posiziona oggi il vostro vino? Siete più orientati al mercato nazionale o a quello internazionale?
Siamo una piccola azienda, nata pochi anni fa e che produce circa 10.000 bottiglie, perciò per ora il nostro mercato è prevalentemente locale. L’intenzione è quella di lavorare sempre più con il comparto Ho.Re.Ca. anche al di fuori dei confini bergamaschi e lombardi.
– Perchè un consumatore dovrebbe scegliere i vostri vini? E chi è il vostro target di riferimento?
Perché, secondo noi, danno un’interpretazione diversa da quello che è il pensiero comune sui vini bergamaschi. Ci rivolgiamo prevalentemente al canale Ho.Re.Ca. e il consumatore finale è sufficiente che sia un appassionato di vino sempre in cerca di qualcosa di nuovo.
– Qual è secondo voi l’etichetta che più rappresenta la vostra azienda? E perchè?
Il Rossorigo Igt Bergamasca Rosso, un classico taglio bordolese con un’interpretazione più fresca e briosa. Riteniamo sia la nostra etichetta “bandiera”, poiché è il vino che ha dato il via al progetto di Tenuta Iris.
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