– Da dove proviene la scelta del nome della vostra azienda? Il vostro logo ha un significato in particolare?
Il nostro nome proviene essenzialmente dal luogo dove sorge l’azienda. Saragano è una località che si trova in Umbria, tra Gualdo Cattaneo e Todi, sul confine dell’areale del Sagrantino Docg, e a 15 km da Montefalco. Saragano è un posto speciale dal punto di vista del terroir, con altezze e pendenze uniche. I nostri vigneti sono immersi in una natura incontaminata. Riportiamo su tutte le nostre etichette l’antico stemma della famiglia Pongelli Benedettoni per ribadire il legame storico con il territorio.
– Quali sono le origini dell’azienda, e quale è stato il vostro percorso che vi ha portato a dove siete ora?
La cantina affonda le radici nei primi anni del Novecento e si trasforma in una azienda moderna grazie a Riccardo Pongelli e a Ivan Vincareti: i quali, amici da sempre, dopo aver lavorato insieme per molti anni tra la vigna e la cantina, decisero di unire le forze formalmente sotto l’egida comune di Tenuta di Saragano. Riccardo ha portato in dote un bel patrimonio di vigne e un prestigioso retaggio storico locale, mentre Ivan una grande conoscenza ed esperienza di cantina (e anche un paio di vigneti molto molto belli). Il percorso di crescita con costanza e umiltà ha portato i nostri vini in tutto il mondo, fino alle tavole degli Chef internazionali più blasonati.
– Quali sono le caratteristiche di unicità che contraddistinguono i vostri prodotti?
I nostri vini nascono in una azienda che ha origini nei primi del ‘900, quindi seguiamo un percorso produttivo che si può definire storico. Inoltre lavoriamo in un regime assolutamente biologico, certificato dagli anni ‘90. Indubbiamente la nostra identità è legata al territorio e alla tradizione. L’essenza del frutto, che già nelle nostre vigne acquisisce delle peculiarità uniche, incontra le tecniche e gli stili, o segreti, di vinificazione tramandati da generazioni.
– Se doveste raccontare i vostri vini a chi non li ha mai assaggiati, come li descrivereste?
Lavoriamo cercando con ambizione di produrre vini territoriali della massima qualità possibile. Vini pensati per lasciare il segno e per durare nel tempo, in cantina come nella mente di chi li beve. Ma anche vini “non prefabbricati”, e certamente non standardizzati, anzi rispettosi dell’ambiente e dell’annata che viene riportata in etichetta.
– Qual è il consumatore tipo di riferimento della vostra azienda? A chi si rivolge il vostro vino?
Il nostro vino si rivolge a tutti, ma in particolare agli appassionati e ai cultori del bere bene: coloro che bevono poco, ma bevono con gusto. Ci piace quando una persona coglie le sfumature dei nostri vini e ci racconta le proprie sensazioni ed emozioni a riguardo.
– Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Negli anni la tecnica vitivinicola si è indubbiamente evoluta, ma noi rimaniamo fedeli comunque a uno stile tradizionale. In vigna, dove vendemmiamo a mano. In cantina ci affidiamo a poche macchine, certamente moderne, ma rimaniamo ancorati allo stile autentico tramandato da generazioni.
– Quali sono i canali di vendita utilizzati per raggiungere i vostri clienti? Quali strategie avete adottato in questo momento di emergenza sanitaria?
Siamo presenti su tutti i canali, ma abbiamo scelto di non essere presenti nella grande distribuzione organizzata. Quindi è possibile acquistare i nostri vini sia nelle enoteche, sia al ristorante. Oppure online e, presto, anche sul nostro sito. Durante la pandemia abbiamo scelto con mezzi molto semplici, come le email e i social network, di avere un contatto quotidiano con i nostri clienti abituali, che spesso, in passato, sono venuti a trovarci in azienda. Abbiamo creato una piccola community per cercare di farci forza a vicenda e di andare avanti quando la pandemia era più dura. Oggi siamo tornati ad accogliere quegli stessi clienti, a Saragano, con uno spazio dedicato che si chiama La Ghirlandina, una vinoteca situata proprio tra le vigne e la cantina.
– Organizzate visite in cantina per appassionati? Se sì, cosa prevedono?
Assolutamente sì. Dedichiamo molto tempo a chi ci viene a trovare. È sempre un momento di confronto speciale, e noi siamo lieti di far conoscere le unicità del territorio e tutte le attenzioni che riserviamo al nostro lavoro in cantina. Proprio come i nostri vini, anche le visite in azienda sono poco “standardizzate”: si parte di solito dalla vigna e si finisce al tavolo di degustazione. Tutto dipende da quante bottiglie, gli avventori, vogliono degustare…
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