– Da dove proviene la scelta del nome della vostra azienda?
È il cognome della famiglia, è l’idea di qualcosa che passa di generazione in generazione, e che viene fatto insieme.
– Il vostro logo ha un significato in particolare?
E’ qualcosa di astratto, ognuno ci vede quello che vuole: un acino, un riflesso del vino in movimento, l’ombra di una candela, cero…Ceri.
– Quali sono le origini dell’azienda, e quale è stato il vostro percorso che vi ha portato a dove siete ora?
Veniamo da origini legate all’agricoltura e forse comprare un pezzo di terra e un rudere da ristrutturare è stato anche un cercare le proprie radici. Si comincia come un hobby, poi grazie anche all’aiuto dei contadini del posto, abbiamo compreso meglio le potenzialità di questa terra. Viene un momento in cui la passione si trasforma in lavoro e richiede di affinare tecnica e strumenti.
– Quali sono le caratteristiche di unicità che contraddistinguono i vostri prodotti?
Il Territorio è sicuramente il marchio di fabbrica, vecchi vigneti degli anni ’90 contornati da bosco, su una terra proveniente dalla degradazione della roccia, con una grande percentuale di calcare.
La vicinanza del Montalbano che mitiga la notte e frontale l’Appennino che ci porta il fresco d’estate; un microclima ideale per far esprimere al meglio la naturale fertilità di questa terra.
Proprio per mantenere questa biodiversità, abbiamo piantato alberi da frutto intorno alle vigne, ci muoviamo nel rispetto dei cicli stagionali della vite, in totale assenza di prodotti chimici.
– Se doveste raccontare i vostri vini a chi non li ha mai assaggiati, come li descrivereste?
E’ un Vino retrò, come si faceva una volta, ‘davanti a tanti esperimenti maccheronici’, la vera innovazione, per noi, è trovare l’espressione massima dell’uva lavorando tanto in vigna.
– Qual è il consumatore tipo di riferimento della vostra azienda? A chi si rivolge il vostro vino?
Wine lovers e sicuramente chi fa conversare il vino con la buona cucina.
– Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
La cantina, per come è stata concepita è nella sua struttura fortemente voluta per sposare tradizione ed innovazione.
Laddove la tecnica non si va sostituire ad un processo naturale, ti permette di monitorarlo, controllando la temperatura.
– Quali sono i canali di vendita utilizzate per raggiungere i vostri clienti? Quali strategie avete adottato in questo momento di emergenza sanitaria?
Principalmente abbiamo utilizzato web, social e consegne a domicilio.
– Organizzate visite in cantina per appassionati? Se sì, cosa prevedono?
Le visite in cantina prevedono la visita delle vigne, su una terra dove si fa il vino dai tempi degli Etruschi, tra i poderi che furono dei Medici, e una degustazione in cantina, cena o pranzo con abbinamento dei vini.
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