– Quali sono le peculiarità e le caratteristiche più significative della tua produzione?
L’idea di avviare una piccola produzione all’interno dell’azienda agricola di famiglia nasce da una profonda passione, da studi nel settore e da esperienze all’estero. Il nostro obiettivo è trasformare il frutto dei nostri vigneti per portare, in ogni calice, un’emozione.
Ciò che contraddistingue i nostri vini, prodotti in tiratura limitata, è la selezione dei vigneti più antichi e caratteristici, situati in un terroir dal potenziale unico.
– Perché hai deciso di partecipare a BWS e cosa ti aspetti da questa esperienza?
Crediamo fortemente che il BWS rappresenti un’ottima opportunità per far conoscere la nostra realtà e aprire nuove porte, all’interno di uno degli scenari più importanti d’Italia.
Ci aspettiamo di suscitare interesse nel nostro progetto, sia tra i consumatori che tra gli esperti del settore.
– Quali sono i punti di forza che ritroviamo nei vini/negli spirits della tua azienda valorizzati dal tuo territorio?
Il nostro punto di forza è la presenza di un vitigno straordinario come il Negroamaro, noto per la sua grande versatilità, che si presta a diversi tipi di vinificazione, inclusa quella in bianco.
Coltiviamo un vigneto di circa 70 anni, allevato ad alberello pugliese, con cloni antichi selezionati nel tempo per la loro qualità. Questa tradizionale forma di allevamento, utilizzata per secoli in Puglia, consente alle viti di resistere a condizioni estreme come siccità e alte temperature. Durante le torride estati, infatti, le piante basse proteggono meglio i grappoli dai raggi solari, garantendo una maggiore resistenza allo stress idrico e permettendo di ottenere uve di altissima qualità.
– Raccontaci del nuovo progetto a cui state lavorando.
La sfida di vinificare un’uva a bacca rossa per produrre un vino bianco, ricorrendo a interventi minimi in cantina, è un traguardo che abbiamo da poco raggiunto con la messa in commercio del Margotta Bianco 2024. Grazie alla tecnica dell’iperossigenazione dei mosti, che prevede l’esposizione del mosto a elevate quantità di ossigeno, siamo riusciti a ottenere un prodotto dalle caratteristiche desiderate.
Guardando al futuro, abbiamo in programma la ristrutturazione della nostra azienda, con l’obiettivo di creare una sala degustazione immersa nei vigneti, un luogo pensato per valorizzare al massimo il nostro lavoro e offrire un’esperienza unica ai nostri ospiti.
– Come è nata la tua passione per questo settore?
La mia passione per questo settore è nata fin da bambino, durante le giornate trascorse in vigna nel periodo della vendemmia. Ricordo l’energia di quei momenti, con mani esperte che raccoglievano con cura ogni grappolo, accompagnate dai canti popolari e dai profumi intensi dell’uva, sensazioni che ancora oggi porto con me.
Oggi, in ogni vendemmia, cerco di rivivere quelle emozioni, trasformandole in passione e dedizione per il mio lavoro.
– Quali strumenti utilizzi per promuovere e distribuire i tuoi prodotti?
La maggior parte del nostro lavoro si concentra sulla promozione e distribuzione diretta del prodotto sul territorio, perché crediamo fortemente che il valore umano aggiunto nella vendita sia fondamentale.
Per ampliare la nostra visibilità, utilizziamo anche strumenti di promozione indiretta, come i social media, attraverso una comunicazione che rispecchia al meglio la nostra identità e i nostri valori.
– In quali regioni italiane e in quali nazioni possiamo trovare le tue etichette?
Essendo una realtà giovane, il nostro principale punto di riferimento è la Puglia, la terra da cui proveniamo. Tuttavia, le nostre etichette sono presenti anche in altre zone, in alcune enoteche e in locali attenti alla valorizzazione della cultura del vino.
– Qual è la filosofia e la mission della tua azienda?
La filosofia che guida la nostra azienda e accomuna tutte le fasi della produzione è basata sull’attenzione ai dettagli e sulla costante ricerca dell’eccellenza, coniugando sapere, tradizione e sostenibilità.
La nostra mission è valorizzare il territorio salentino, portando avanti progetti dedicati agli antichi vigneti a rischio di abbandono e intrecciandoli con nuove sperimentazioni. Un esempio concreto è il nostro Margotta Vinificato in Bianco, che rappresenta l’incontro tra storia e innovazione.
– Come descriveresti l’annata 2024?
L’annata 2024 in Puglia si distingue per un’ottima qualità. Le fasi fenologiche, in particolare la maturazione, sono state accelerate dalle elevate temperature, che hanno portato a una significativa riduzione della produzione.
Grazie a precise scelte agronomiche, come la defogliatura mirata, le viti ad alberello sono state protette da eventuali scottature, mentre l’assenza di irrigazione ha permesso loro di esprimere al meglio tutto il loro potenziale.
– Descrivici il profilo del tuo consumatore tipo e qual è l’etichetta più apprezzata da questa categoria di clienti.
Il nostro consumatore tipo è un appassionato del buon vino, alla ricerca dell’anima autentica di ogni bottiglia. Valorizza il lavoro dei piccoli produttori, promuove la cultura del bere bene e apprezza la qualità che si cela dietro ogni etichetta.
Sebbene tutte le grafiche della linea siano caratterizzate da diverse tonalità di colore, l’etichetta più apprezzata da questa categoria di clienti è quella del bianco: la combinazione tra la bottiglia scura e il design fresco, giovanile e accattivante conquista gli appassionati di tutte le età.
– Da dove provengono i nomi delle tue etichette e a cosa si ispirano le immagini presenti su di esse?
Il nome Margotta è la traduzione dialettale del termine salentino “Cuccuvasciulu”. Questa antica tecnica di propagazione consiste nel generare nuove viti a partire dai tralci della pianta madre ed è stata utilizzata per sostituire le viti che, col tempo, venivano a mancare. Questo per noi rappresenta la costanza e l’ingegno di una terra dove la viticoltura è una tradizione secolare.
L’idea di dare origine a nuovi tralci dalla pianta madre e la forma ad alberello, che è una caratteristica diffusa nel nostro vigneto ma ormai quasi scomparsa con l’avvento dei nuovi impianti, sono stati ripresi nell’etichetta. Qui si vuole enfatizzare il concetto di connessione, dove la sinuosità dei tralci crea legami e relazioni uniche tra l’invisibile (rappresentato in dorato, a simboleggiare ciò che accade nel sottosuolo) e il bianco (ciò che invece è visibile).
– Quali sono i premi e i riconoscimenti che la tua azienda ha ricevuto nel corso degli anni?
Essendo una realtà che ha iniziato la propria commercializzazione a novembre 2024, non abbiamo ancora avuto l’opportunità di partecipare a premi o eventi, ad eccezione del Concorso Mondiale di Bruxelles, dove abbiamo partecipato con il nostro Margotta Rosso 2023. Le selezioni finali si terranno a giugno.
– Cosa ti aspetti dall’annata 2025?
Per noi l’annata 2025 vuole essere l’annata definitiva di consapevolezza per valorizzare al meglio anni di impegno e dedizione alla creazione della linea, lanciando sul mercato un prodotto elegante e raffinato, ma dalla piacevole beva. Nel frattempo abbiamo anche nuovi progetti in serbo come la creazione di una linea parallela che valorizzi il Primitivo di Gioia del Colle, l’impianto di nuovi vitigni autoctoni, e la realizzazione di una sala degustazione e eventi in vigna.
Per noi, l’annata 2025 rappresenta l’anno della consapevolezza definitiva, in cui potremo valorizzare al meglio anni di impegno e dedizione nella creazione della nostra linea. L’obiettivo è lanciare sul mercato un prodotto elegante e raffinato, ma dalla piacevole beva. Nel frattempo, stiamo lavorando su nuovi progetti, come la creazione di una linea parallela di Primitivo, l’impianto di nuovi vitigni autoctoni e la realizzazione di una sala degustazione e eventi immersa nei nostri vigneti.
Leave a reply