– Da dove proviene la scelta del nome della vostra azienda? Il vostro logo ha un significato in particolare?
La Parola Caneva in Veneto significa cantina, La Caneva di Giancarlo perché il fondatore, mio padre si chiama Giancarlo. Il logo è una C di “Caneva” che contiene un grappolo d’uva per indicare che non esiste una cantina senza l’uva.
– Quali sono le origini dell’azienda, e quale è stato il vostro percorso che vi ha portato a dove siete ora?
La Nostra azienda è nata alla fine degli anni ’70. Inizialmente ci occupavamo della coltivazione dei vigneti, poi con la costruzione della cantina nei primi anni ’80 abbiamo iniziato a produrre. Prima della produzione dell’uva Giancarlo produceva latte; all’epoca un lavoro molto più remunerativo. Ha deciso di iniziare la produzione dell’uva e quindi del vino per seguire una sua passione andando un po’ in controtendenza con la convenienza dell’epoca. È stato anche uno dei primi viticoltori a Coltivare il Pinot Grigio in provincia di Venezia perché la sua ricerca della qualità e la voglia di sperimentare lo ha sempre contraddistinto.
– Quali sono le caratteristiche di unicità che contraddistinguono i vostri prodotti?
Il vino che produciamo deriva quasi totalmente de vigneti antichi, con età media sopra i 40 anni, per scelta non concimiamo le viti, non diserbiamo i terreni e non usiamo insetticidi chimici, ma lavoriamo con la tecnica della confusione sessuale. Non siamo certificati Bio, ma possiamo considerarci produttori con una sensibilità spiccata nei confronti dell’ambiente. Molti dei nostri vini non sono prodotti con l’ausilio di lieviti convenzionali commerciali, ma attuiamo a seconda della varietà, dell’annata agraria e della qualità dell’uva fermentazioni spontanee naturali, quindi i vini fermentano con i lieviti presenti nelle proprie uve. Siamo degli ambasciatori innovatori dei nostri vini autoctoni, intendiamo il vino come un alimento che deve essere buono ed il più naturale possibile, perché il vino è un prodotto vivo.
– Se doveste raccontare i vostri vini a chi non li ha mai assaggiati, come li descrivereste?
Naturali, buoni e sani, leggermente diversi ad ogni vendemmia. Chi si avvicina ai nostri vini insieme a noi farà un percorso di conoscenza del vino. Per questo vorremo portare i nostri clienti ad amare il vino, in generale stimolando la loro curiosità e la loro sensibilità.
– Qual è il consumatore tipo di riferimento della vostra azienda? A chi si rivolge il vostro vino?
Non c’è un targhet specifico; produciamo diversi tipi di vino per tutti i palati e per tutti i momenti della giornata. Se producessimo solo pochi vini ci annoieremmo.
– Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Il Vino è principalmente tradizione, anche se negli ultimi 20 il mondo dell’enologia è cambiato radicalmente in quanto a tecnologia, 3000 anni di storia non si cancellano così facilmente. La tecnica migliora certo, noi ad esempio stiamo sperimentando nuovi recipienti, nuove vinificazioni e, addirittura, nuove varietà mai esistite prima, ma l’enologia è come la matematica, ci sono dei postulati. Per quanto possa sembrare in controtendenza questo concetto, il vino non è un prodotto naturale, non esiste il vino in natura. In natura esiste l’uva che trasformandosi fermenta gli zuccheri, e se non ci fosse l’uomo a bloccare questo processo si trasformerebbe in aceto. Il vino è frutto del lavoro dell’uomo perfezionato nel corso di migliaia di anni, quindi è artificiale, e bisogna passare il concetto che “artificiale è bello” se si parla di arte o di vino perlomeno. Quindi come azienda noi siamo sempre alla ricerca di tecnologie che possano migliorare il prodotto che stiamo lavorando, che possano migliorare la nostra qualità del lavoro e della nostra vita, ma non rinunceremo mai per esempio alla vendemmia manuale, ma nemmeno ai conservanti, che devono essere a bassissima concentrazione si, ma sono la base enologica per la produzione di grandi vini, ci dice il contrario mente.
– Quali sono i canali di vendita utilizzate per raggiungere i vostri clienti? Quali strategie avete adottato in questo momento di emergenza sanitaria?
Noi non abbiamo intermediari, arriviamo quasi interamente al cliente finale, stiamo sviluppando per questo l’e-commerce e facciamo un passo alla volta in termini di espansione delle vendite, non potremmo altrimenti garantire la qualità dei prodotti che forniamo ai nostri clienti. La pandemia dal momento che lavoriamo a stretto contatto con il cliente finale probabilmente ci ha permesso di aumentare il fatturato.
– Organizzate visite in cantina per appassionati? Se sì, cosa prevedono?
Assolutamente, non abbiamo una grande azienda da visitare quindi oltre alla visita dei vigneti e della cantina, nella zona di accoglienza organizziamo dei veri e propri corsi o tasting.
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