Gaggiano è una piccola azienda vitivinicola “Alto Piemontese” appassionata alla viticoltura da 3 generazioni. Fu nonno Gervasio Fabris, vignaiolo di Roasio (Vc), a coinvolgere fin dalla tenera età dapprima il figlio Sandrìn e successivamente i nipoti Claudio e Marco alla produzione di vino da uve Nebbiolo. Nel 2014, è proprio Marco, a decidere di ripercorrere le orme del nonno trasformando una semplice passione in un vero e proprio mestiere realizzando una piccola cantina nel comune di Lessona (BI) e lavorare 4,5 ha divisi in 7 piccoli appezzamenti sulle colline del Gattinara DOCG e del Bramatera DOC da cui vengono ricavate uve Nebbiolo, Vespolina e Croatina per produrre circa 10.000/12.000 bottiglie anno. Insieme a Marco negli anni si aggiungono: l’instancabile papà, Sandrìn, l’enologo biellese Cristiano Garella, Luca Lora Lamia tra i lari e Pietro Mascazzini in cantina ed al commerciale. Nasce così la “GAGGIANO VITICOLTORI”. “Gaggiano” è ispirato al toponimo storico che ancora oggi contraddistingue l’area dove sorge la nostra cantina. “Viticoltori” è la celebrazione di quell’attività trasmessa di padre in glio che ci unisce ed appassiona da 3 generazioni.
– Da dove proviene la scelta del nome della vostra azienda? Il vostro logo ha un significato in particolare?
Gaggiano è l”‘italianizzazione” del toponimo storico dialettale “Gagiàn” che indica ancora oggi la zona del comune di Lessona (BI) dove sorge la nostra cantina. Il nostro simbolo è l’albero di ciliegio, un collegamento al verde che circonda l’azienda e che riporta al sentore tipico del frutto, facilmente riscontrabile nei nostri vini rossi.
– Quali sono le origini dell’azienda, e quale è stato il vostro percorso che vi ha portato a dove siete ora?
L’azienda nasce con la prima vendemmia nel 2014 anche se la nostra famiglia produce vino da tre generazioni. “Un’attività” di famiglia tramandata da nonno Gervasio dapprima ai figli e successivamente ai nipoti. Le nozioni imparate in anni di eseprienza in vigna, l’amore per il territorio e la voglia di crescere hanno portato a trasformare una passione in una vera e propria azienda vitivinicola a conduzione famigliare focalizzata sulla produzione di vini tipici, tracciabili ed eleganti.
– Quali sono le caratteristiche di unicità che contraddistinguono i vostri prodotti?
L’uso esclusivo di vitigni autoctoni locali come Nebbiolo, Vespolina e Croatina, la sapidità, la freschezza e l’eleganza tipica dell’Alto Piemonte senza dimenticare equilibrio e piacevolezza di beva un etichetta che gioca sui colori, anche inusuali, per tipologia di vino e contesto. I nomi dei vini sono le nostre radici, persone importanti, figure chiave del nostro percorso e della nostra famiglia e ci aiutano a riconneterci sempre con la nostre terra.
– Se doveste raccontare i vostri vini a chi non li ha mai assaggiati, come li descrivereste?
Il nebbiolo in alto Piemonte si distingue, rispetto ai più noti vini di Langhe e Roero, giocando sulla tensione del sorso e sull’eleganza dei profumi. In particolare i nostri sono vini che cercano di restituire un territorio. Il nostro Coste della Sesia Rosato “Caterina” è intenso, fresco e sapido. I due rossi più giovani delle denominazione Coste della Sesia sono il collegamento tra la piacevolezza la versatilità e la tipica durezza del nebbiolo alto piemontese. “Leandro” è rotondo, immediato, adatto un pò in tutte le occasioni, “Sandrìn” è più robusto ed elegante pur mantenendo un informale morbidezza. I rossi invecchiati come Gattinara e Bramaterra invece presentano profumi intensi, maggior struttura e tannini ammorbiditi dal lungo affinamento. Il Bramaterra “Gervasio” è ricco, complesso e piacevolmente morbido. Il Gattinara “Timoteo” è molto elegante, asciutto ma dalla tannicità setosa e ben levigata.
– Qual è il consumatore tipo di riferimento della vostra azienda? A chi si rivolge il vostro vino?
Il nostro vino è rivolto a chiunque abbia piacere di scoprire l’alto Piemonte e le sue peculiarità. Il consumatore ideale è senza dubbio quello che ricerca versioni inedite o comunuque differenti dal nebbiolo di Langa. E’ un appassionato del vitigno ma soprattutto un curioso, alla scoperta di piccole aree viticole poco note ed interessato a scoprire le sue sfaccettature.
– Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Tradizionale è sicuramente il modo in cui ci piace descrivere il nostro approccio: in camapagna prediligiamo interventi mirati secondo i principi della lotta guidata, il diserbo meccanico e la concimazione naturale. In cantina lavoriamo lentamente e con l’uso ragionato della tecnologia solo laddove necessario: dirapapigiatura meccanica, vinificazioni lente, macerazioni lunghe senza forzare i passaggi. I vini rossi nuovi riposano fino a primavera in acciaio e vengono spostati in legno dove svolgeranno la fermentazione malolattica spontanea e proseguiranno l’affinamento fino all’imbottigliamento.
– Quali sono i canali di vendita utilizzate per raggiungere i vostri clienti? Quali strategie avete adottato in questo momento di emergenza sanitaria?
In questo momento abbiamo spostato la vendita verso gastronomie di qualità, negozi ed attività che svolgono consegna a domicilio come e-commerce ed enoteche online. Spesso rivolgiamo nostra offerta al pubblico nel rispetto dei prezzi medi dei nostri rivendotori dando più fiducia a quest’ultimi ed incentivando la loro partecipazione nelle nostre vendite al privato.
– Organizzate visite in cantina per appassionati? Se sì, cosa prevedono?
Organizziamo visite che includono la degustazione prevalentemente nella bella stagione: la nostra cantina attualmente dispone solo di un piccolo spazio esterno attrezzato per l’accoglienza degli ospiti e sfruttabile solo in primavera/estate a seconda del tempo a disposizione. La visita si articola tra cantina e vigneti (breve tragitto in auto) per poi culminare con la degustazione. Siamo disponibili a ricevere visite su prenotazione al numero 389.9328825 per gruppi fino a 8 persone.
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