– Perchè hai deciso di partecipare a BWS e cosa ti aspetti da questa esperienza?
Partecipo all’evento dopo l’esperienza positiva dell’anno scorso e spero di trovare potenziali clienti/acquirenti interessati ai miei prodotti.
– Raccontaci del nuovo progetto a cui state lavorando.
I progetti che ho in mente di realizzare nei prossimi anni sono diversi. Tra questi, il primo che vorrei portare a termine, e mi sto già muovendo in tal senso, è la ristrutturazione di un vecchio fienile presente nel borgo di famiglia, da adibire a sala degustazione e cantina.
– Come è nata la tua passione per questo settore?
Fin da bambino seguivo il nonno sui vigneti, lo guardavo lavorare e ascoltavo i suoi racconti. Così nel 2014 ho deciso di continuare ciò che nonno Perge aveva iniziato e mi aveva insegnato. Oltre alle viti, ho coltivato anche la passione per il vino tramandatami dal papà. Da lui ho imparato la tecnica e l’ho perfezionata negli anni, fino ad arrivare alla produzione di quello che oggi è considerato il nostro cavallo di battaglia: il “vin col fondo” (prodotto da uva Glera e rifermentato in bottiglia).
– In quali regioni italiane e in quali nazioni possiamo trovare le tue etichette?
Ad oggi la nostra è una realtà piccola, ci occupiamo di tutto il processo produttivo: partendo dalla potatura e trattamento della vite, passando per la vendemmia, fatta rigorosamente a mano, fino alla produzione del vino, con cura e amore per ogni singolo passaggio. Al momento siamo orientati ad un mercato nazionale e attualmente siamo presenti nelle regioni del nord Italia, con l’obbiettivo per i prossimi anni di aumentare la produzione per soddisfare una maggiore fetta di mercato. Il nostro obbiettivo è e rimarrà la qualità del prodotto, non la quantità.
– Descrivici il profilo del tuo consumatore tipo e qual è l’etichetta più apprezzata da questa categoria di clienti.
Il profilo del consumatore tipo per noi è giovane e curioso, con l’interesse alla tradizione ma anche all’innovazione: attratto quindi a prodotti classici ma rivisti in chiave attuale.
L’etichetta più apprezzata da questa categoria è il FERRO, vino naturale PIWI rifermentato in bottiglia. Un prodotto “nuovo”, vinificato come da tradizione contadina. Passato e presente.
– Da dove provengono i nomi delle tue etichette e a cosa si ispirano le immagini presenti su di esse?
I nomi delle etichette sono legati alla mia famiglia, perché la radice dell’azienda è proprio il nonno Perge (nome dell’etichetta di Prosecco Superiore DOCG extra dry). L’etichetta rappresenta le curve di livello della collina del primo vigneto del nonno. I cerchi rappresentano anche gli anelli di accrescimento dell’albero tipico di questo territorio, l’ontano.
La prima etichetta nata è il “bastiancontrario” il vino con il fondo che è l’anima non solo della nostra azienda, ma anche della tradizione contadina veneta. L’immagine dell’etichetta raffigura un albero, l’ontano. Lo rappresentiamo capovolto proprio come il nome dell’etichetta “bastiancontrario”. Questa parola vuole ricordare ironicamente il carattere del nonno e del papà.
Il FERRO, un vino naturale PIWI sui lieviti, resistente alle malattie fungine. Proprio per la sua forza in vigna loabbiamo chiamato FERRO, soprannome del nonno Ferruccio. L’etichetta raffigura una faccia (la mia ndr) proprio per questa contrapposizione tra la tipologia giovane di vino e il metodo tradizionale di vinificazione.
Leave a reply