Cantina Orsogna è una storica cooperativa fondata il 29 febbraio 1964 nel comune di Orsogna in provincia di Chieti, nata per volontà di un gruppo di viticoltori. Oggi il libro dei soci conta 920 iscritti di cui 450 circa in attività. E’ dislocata in un territorio dove la natura offre eccellenti presupposti per la produzione di vini unici e straordinari. La “spina dorsale” del microclima dei vigneti è il connubio tra la Majella
(2.793 m s.l.m.) e il mare Adriatico.Nel 1995 Cantina Orsogna ha iniziato il processo di conversione al biologico. Oggi circa l’86-87% della superfice vitata è coltivata e certificata secondo questo metodo di produzione. Il percorso della sostenibilità e del rispetto per il territorio, iniziato con le coltivazioni biologiche, è proseguito nel 2005 con l’introduzione dei metodi di agricoltura biodinamica per arrivare nel 2019 ad essere riconosciuta dalla conferenza Mondiale della Biodinamica, svoltasi a San Francisco, come la più grande realtà biodinamica al mondo per la produzione di uva certificata Demeter (con oltre il 35% di superficie vitata aziendale certificata e diverse aree in fase di conversione).
– Da dove proviene la scelta del nome della vostra azienda? Il vostro logo ha un significato in particolare?
Il nome di Cantina Orsogna 1964 vuole essere un omaggio alle origini della nostra associazione e al tempo stesso esprimere il forte e univoco legame con il territorio che la ospita. Inoltre, riflette il carattere profondamente sociale dell’organizzazione, che oggi è il punto di aggregazione di circa 450 piccole aziende locali, tutte a conduzione familiare. Il nostro logo è il nostro nome. Semplice, essenziale, identitario.
– Quali sono le origini dell’azienda, e quale è stato il vostro percorso che vi ha portato a dove siete ora?
La storia dell’azienda ha inizio nel 1964, per volontà di un piccolo gruppo di viticultori che decise di scegliere la strada dell’aggregazione per difendere e promuovere la produzione agricola locale, in un territorio dove la forte frammentazione agraria avrebbe impedito la sopravvivenza delle piccole aziende a conduzione familiare. Oggi abbiamo circa 450 soci, per la maggior parte impegnati in un percorso di sostenibilità e rispetto del territorio che ci ha portati prima verso la riconversione biologica, e poi all’introduzione dei metodi di agricoltura biodinamica, fino al riconoscimento ufficiale da parte della Conferenza Mondiale della Biodinamica, nel 2018.
– Quali sono le caratteristiche di unicità che contraddistinguono i vostri prodotti?
Il nostro punto di forza è senz’altro la naturalità. Diciamo che, per molti dei nostri vini, lasciamo fare alla natura. I nostri prodotti sono frutto dello sforzo sinergico di preservare il “terroir”, e ottenere attraverso il rispetto di cicli e processi naturali caratteristiche di unicità che derivano da una combinazione irriproducibile di fattori (suolo, microclima, ecc.).
– Se doveste raccontare i vostri vini a chi non li ha mai assaggiati, come li descrivereste?
I vini esprimono il luogo della loro origine. Dalle vinificazioni biodinamiche otteniamo vini di alta qualità organolettica, diversi dai soliti vini convenzionali, meno immediati. Il colore dei nostri vini è più intenso, i profumi emanano un senso di vigore, in bocca hanno maggiore presenza minerale ed esibiscono un’energia che permane a lungo anche dopo l’assaggio. Sorprendenti e non convenzionali.
– Qual è il consumatore tipo di riferimento della vostra azienda? A chi si rivolge il vostro vino?
Possiamo dire che ognuno dei nostri vini abbia una propria tipologia di cultore. Da chi ama gustare un vino da tavola dal carattere più deciso e tradizionale, a chi desidera un’esperienza gustativa meno convenzionale, che lasci piacevolmente sorpresi. In generale, il nostro vino si rivolge a chi desidera bere di gusto, ma sano e naturale.
– Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
La cantina è aperta all’innovazione ma è sempre stata concentrata sulle metodiche di vinificazione tradizionali e ancestrali. Il riferimento principale resta la cultura, la coltivazione e la vinificazione biologica e biodinamica.
– Quali sono i canali di vendita utilizzate per raggiungere i vostri clienti? Quali strategie avete adottato in questo momento di emergenza sanitaria?
In Italia i nostri vini sono presenti solo nella distribuzione Ho.Re.Ca. I clienti esteri li raggiungiamo quasi esclusivamente nelle catene di negozi specializzati in prodotti naturali. Durante l ’emergenza sanitaria dai nostri punti vendita abbiamo attivato dei servizi di consegna a domicilio senza spese di spedizione.
– Organizzate visite in cantina per appassionati? Se sì, cosa prevedono?
Si, organizziamo visite in cantina e percorsi di degustazione di tutti i nostri vini: dai vini fermentati con i lieviti da polline ai vini biodinamici (Lunaria) e i vini Ancestrali senza solfiti a fermentazione spontanea con fondo.
Oltre al percorso degustativo dei vini organizziamo visite guidate nei vigneti, nelle stalle, nell’alpeggio (primavera -estate) e incontri con i pastori del progetto biodinamico.
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