– Da dove proviene la scelta del nome della vostra azienda? Il vostro logo ha un significato in particolare?
Il nostro logo aziendale è stato creato da un artista, mentre la scelta del nome NUMA non sono nient’altro che le iniziali del nome di mio nonno, NUcci MArcello, ovvero colui che mi ha tramandato la passione per la nostra terra, per il vino e colui che mi ha passato la proprietà dei suoi vigneti.
– Quali sono le origini dell’azienda e quale è stato il vostro percorso che vi ha portato a dove siete ora?
L’azienda NUMA nasce nel 2016 quando dopo non poca gavetta, mio nonno mi lascia la completa gestione dei suoi vigneti.
Appassionato fin dalla nascita della campagna e dei vigneti con il passare degli anni nasce in me anche la passione per il buon vino.
Finiti gli studi entro subito a far parte di questo mondo, trascorrendo i primi anni, 6 mesi nell’azienda di famiglia e gli altri 6 mesi, durante i periodi di vendemmia, facendo esperienze lavorative in altre aziende. Sono riuscito a fare esperienze sia in aziende del mio territorio, sia fuori regione che in aziende fuori dall’Italia.
Tutto questo mi ha dato un background che mi ha portato a prendere la decisione, nel 2019, di allestire una cantina, al centro dei nostri vigneti, dove dare sfogo alle idee e creare dei prodotti tutti miei.
– Quali sono le caratteristiche di unicità che contraddistinguono i vostri prodotti?
Essendo come detto appassionato del buon vino, la mia chiara idea fin dall’inizio è stata quella di fare dei vini che facciano lunghi affinamenti o che escano fuori dagli standard locali. Trovando cosi prodotti più complessi e di forte carattere.
– Se doveste raccontare i vostri vini a chi non li ha mai assaggiati, come li descrivereste?
Sono vini puliti e molto espressivi, che hanno un loro carattere e difficilmente confondibili. Profumati, complessi, quasi tutti con una struttura molto importante, ma allo stesso tempo di facile beva.
– Qual è il consumatore tipo di riferimento della vostra azienda? A chi si rivolge il vostro vino?
Ma i nostri vini diciamo che sono rivolti a tutto il pubblico in generale, sicuramente però sono molto apprezzabili anche tra gli esperti che ne hanno riscontrato delle note e del potenziale molto importante. Da qui la scelta di puntare a piazzare i nostri prodotti in una ristorazione medio alta, pronta a riconoscere il nostro lavoro e preparata a valorizzare con giusti abbinamenti i prodotti di entrambi.
– Avete un approccio alla produzione pù tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Diciamo che mi potrei definire, passatemi il termine, un tradizionalistainnovativo.
Spiego secondo me il perché di questa definizione, i miei prodotti, i miei metodi di lavorazione e le mie idee rispecchiano a pieno quelle che sono le tradizioni locali ma a volte inserisco alcune tecniche di lavorazione innovative che possono aggiungere un plus ai miei prodotti.
Tradizionalista perché non cambio le mie idee in base alle mode o quant’altro, cercando sempre di fare dei prodotti ognuno mirato per ognuna tipologia di bevitore.
Alcune tecniche che uso; ad esempio per la produzione di alcuni vini, l’uva una volta raccolta da ogni appezzamento, viene collocata nella cella frigorifera presente all’interno della nostra azienda dove viene lasciata a bassissime temperature per un determinato tempo. Una volta ultimata la macerazione l’uva di ogni appezzamento viene lavorata separatamente fino a quando verrà assemblata una volta completata la trasformazione in vino, pronto per determinati periodi di abbinamento prima i serbatoio poi in bottiglia.
Un altra tecnica che utilizzo su un mio vino bianco, con un vitigno autoctono locale che è il Pecorino, è la trasformazione in vino di un unico appezzamento, ovvero il primo impiantato da mio nonno circa 30 anni fa, anche qui l’uva un volta raccolta viene collocata in cella frigo a macerare, una volta ultimato questo processo il mosto ottenuto viene messo direttamente a fermentare in Barrique nuove di rovere francese, accuratamente da noi selezionate, dove una volta completata la fermentazione il vino rimane in affinamento in essa e sulle proprie fecce per più di 13 mesi, pronto poi per essere messo in bottiglia dove lo aspetta un altro lungo periodo di affinamento che supera l’anno.
Un vino rosso, anche esso derivante da un unico vecchio appezzamento presente in azienda da vitigno Montepulciano, effettua un doppio passaggio in legno, ovvero compie la sua fermentazione con le bucce in tonneaux dove riposa per un determinato periodo prima di essere trasferito in Barrique nuove dove lo aspetta un lungo affinamento che supera i 25 mesi ed un altro affinamento in bottiglia di un anno prima di essere presente sul mercato.
– Quali sono i canali di vendita che utilizzate per raggiungere i vostri clienti? Quali strategie avete adottato in questo momento di emergenza sanitaria?
Per raggiungere i nostri clienti ci basiamo su una rete vendita creata da agenti di commercio e distributori per cercare di coprire il più possibile tutto il territorio nazionale. Non siamo presenti in GDO per cercare di tutelare il più possibile il cliente finale ed il lavoro da lui svolto nel credere nella nostra azienda, perché essendo comunque sia una piccola realtà cerchiamo di raggiungere una clientela selezionata che riesca a dare il giusto valore ai nostri prodotti mettendoli in condizione di lavorare in piena tranquillità.
– Organizzate visite in cantina per appassionati? Se si cosa prevedono?
Organizziamo visite nella nostra azienda dove spieghiamo ai visitatori prima la gestione agronomica e le caratteristiche del nostro territorio, poi procediamo in cantina dove seguiamo e spieghiamo tutto il processo di produzione fino ad arrivare in sala degustazione dove sarà possibile degustare i nostri prodotti sempre accompagnati da una persona addetta all’accoglienza.
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