– Perchè avete deciso di intraprendere questa esperienza? Da dove proviene la vostra passione per il vino? Quali sono le origini della vostra azienda?
La storia aziendale parte dai nonni, che dal loro lavoro quotidiano nei terreni iniziarono a coltivare delle pregiate uve su territori molto fertili e gentili, al punto che il vino, per il consumo proprio, divenne famoso tra gli abitanti del luogo, stimolando una migliore e maggiore produzione.
Nel tempo è aumentata la richiesta e dunque anche le superfici di terreno destinate alla coltivazione di vigneti, facendo nascere un percorso virtuoso che mette a sistema la gestione delle vigne con la produzione di vino.
L’azienda nel tempo si è strutturata mediante attrezzature e terreni con impianti a vigneti capaci di dare uve di buona qualità. Infatti il primo lavoro inizia proprio nei campi, dove le viti non vengono sovraccaricate, al contrario, si lascia loro portare solo i grappoli migliori, quelli scelti con sapienza, per dare vini di qualità ottima, capaci di allietare prima di tutto il palato del produttore, che deve sempre essere consapevole dei propri prodotti. Dopo tre generazioni, oggi l’azienda si presenta moderna e ben radicata nella tradizione, con la consapevolezza che i risultati sono stati ottenuti gradualmente e quindi sono solidi e sicuri, come un buon calice di vino.
– Cosa significa per voi gestire un’azienda come la vostra?
Gestire un’azienda come la mia significa innanzitutto tanto sacrificio. La quasi totalità dei lavori di campagna e di cantina li faccio in autonomia. Tutta questa fatica mi viene ripagata dalla soddisfazione dei miei clienti che tornano da me a bere un buon bicchiere.
– Come nasce il vostro vino? Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Il mio vino nasce dalla passione per la terra che mi ha trasmesso mio padre. Il vino nasce dal più rigoroso rispetto della terra e del frutto. Il mio è un approccio tradizionale nella coltivazione delle uve, che mi permette di utilizzare la lotta integrata. Tale lotta integrata mi porterà a breve ad avere anche la certificazione biologica. Non possiedo grandi attrezzature in cantina e quindi vinifico le mie uve con metodi tradizionali e molta dedizione e lavoro. La vinificazione è a temperatura controllata con lieviti selezionati che ho scelto e selezionato attentamente nei vari anni di vendemmia.
– Quali sono secondo voi le caratteristiche principali dei vostri vini?
I vini della cantina lignite sono vini sinceri che rispecchiano un territorio molto particolare sito su terreni calcarei e su cui insistono calanchi. Ne risultano vini di carattere con spiccate note minerali nei vini bianchi e rosati. I vini rossi sono invece caratterizzati da note fruttate e di un buona struttura. Il Montevignani è invece un vino che è nato per una scommessa nella vendemmia 2021. Abbiamo raccolto con gli amici le uve più sane e mature delle varie tipologie che ho in azienda, e ne abbiamo prodotte solo 2 barrique da 225 litri. Le abbiamo lasciate 18 mesi in legno e oggi possiamo degustarne il risultato. È un vino senza denominazione in quanto vuole essere massima espressione del mio territorio e non di una generica indicazione o denominazione.
– Qual è il futuro della vostra cantina? Avete già dei progetti in mente?
La mia azienda è nata da pochi anni e stiamo spendendo energie per la crescita del vino imbottigliato che produco da soli 2 anni. Stiamo acquistando un nuovo magazzino in cui oltre allo stoccaggio e affinamento delle bottiglie verrà installata una piccola linea di imbottigliamento.
– Quali sono le sensazioni che volete trasmettere ai consumatori attraverso le vostre etichette?
Le etichette trasmettono la semplicità che è tipica del mio carattere che mi piace definire “agricolo” ma deciso. In etichetta evidenzio il mio nome e la mia azienda, simbolo di voler dare al consumatore un prodotto che è fatto da me e solo derivante dalle mie vigne.
– Quali sono per voi le tre regole d’oro per un buon vino?
Espressione del territorio, piacevole, salutare.
– Se dovesse scegliere due parole chiave per descrivere i vostri prodotti, quali sarebbero?
Sinceri, intriganti.
– Qual è il vostro rapporto con il territorio?
Vivo e la voro in azienda. Il mio territorio mi appartiene da generazioni. Mi affaccio da casa e vedo sia le montagne che il mare. A completare questa grande fortuna vivo a 500 metri da un calanco. Direi quindi di essere immerso nel territorio.
– Come si posiziona oggi il vostro vino? Siete più orientati al mercato nazionale o a quello internazionale?
Per il momento mi sto muovendo nel mercato regionale e nazionale, ma non è detto che nel futuro mi affaccerò anche all’estero.
– Perchè un consumatore dovrebbe scegliere i vostri vini? E chi è il vostro target di riferimento?
Il target di riferimento è nella fascia di età tra 28 e i 40 anni. Deve essere una persona che conosce il vino, che ne rispetta le tipicità e che sa riconoscere il significato di territorio e non beve preferenzialmente vini omologati.
– Qual è secondo voi l’etichetta che più rappresenta la vostra azienda? E perchè?
Sicuramente Montevignani per le ragioni dette in precedenza. E’ un vino che esprime il meglio della mia produzione perché’ fatto con le uve più sane e selezionate.
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