– Cosa significa per voi gestire un’azienda come la vostra?
Una azienda come Cantina del Fuoco, nata a fine 2021, richiede un impegno costante da parte di tutti noi soci affinché il progetto possa continuare e crescere nel tempo, nonché una forte collaborazione tra di noi, ognuno con le proprie expertise e competenze. Significa avere la giusta pazienza, necessaria per produrre vini di qualità. Inoltre, significa riuscire a mettere insieme e razionalizzare una molteplicità di idee.
– Come nasce il vostro vino? Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Sostenibilità e innovazione sono alla base del nostro progetto. L’utilizzo di tecniche innovative, soprattutto nel campo delle biotecnologie, con l’aiuto del nostro enologo, ci permette di creare dei vini che valorizzano appieno le caratteristiche organolettiche dei vitigni con i quali lavoriamo. Il nostro intento è quindi quello di rispettare sì la tradizione, ma anche quello di utilizzare al meglio tali biotecnologie pulite per migliorare qualitativamente i nostri prodotti.
– Qual è il futuro della vostra cantina? Avete già dei progetti in mente?
Abbiamo intenzione di consolidare maggiormente le nostre produzioni di punta ovvero Eiba, il nostro Albana di Romagna DOCG, e Calé il nostro Sangiovese di Romagna Superiore DOC. Nel corso del 2022 abbiamo inoltre messo in produzione due nuove etichette, che lanceremo ufficialmente durante Best Wine Stars. Inoltre, punteremo sempre di più al mercato estero.
– Quali sono per voi le tre regole d’oro per un buon vino?
La prima regola per noi è quella della selezione delle uve, un buon vino non può prescindere da ciò. La seconda regola è quella di studiare e pianificare accuratamente il processo produttivo, dalla vinificazione all’imbottigliamento e monitorare costantemente l’evoluzione del prodotto. La terza regola è quella di rispettare le tempistiche della natura, produrre un buon vino richiede tempo.
– Se dovesse scegliere due parole chiave per descrivere i vostri prodotti, quali sarebbero?
Originali e collaborativi.
– Come si posiziona oggi il vostro vino? Siete più orientati al mercato nazionale o a quello internazionale?
La nostra azienda, essendo molto giovane, ha iniziato da poco le attività di export attraverso delle partnership con dei ristoranti italiani che hanno apprezzato la qualità dei nostri vini. Il nostro intento è quello di affacciarci quindi sempre di più sul mercato estero.
– Qual è secondo voi l’etichetta che più rappresenta la vostra azienda? E perché?
Eiba, il nostro Albana di Romagna, è il vino che rappresenta maggiormente Cantina del Fuoco. Questo non solo perché è stato il primo vino che abbiamo studiato, prodotto, imbottigliato e messo in commercio, ma anche per i feedback altamente positivi che abbiamo avuto, riuscendo quindi a portare un vitigno e un vino poco conosciuto fuori dalla Romagna, fuori dai confini regionali e nazionali.
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