Cantina Biagiotti nasce dalla passione scoperta per le viti ed il vino da Ferdinando che nel 2006 acquista il primo ettaro di un terreno incolto e sotto i pruni scopre e riporta alla luce un vecchio impianto di viti, che erano lì da metà anni 60. Pazienza tanta, un pizzico di pazzia e viene recuperata una vigna di ca. 4000 mq. e nel 2007 viene prodotta la prima bottiglia di Steccono. Questo piccolo appezzamento produce solamente 600/800 bottiglie all’anno di Steccono. Il pizzico di sana follia aumenta con il passar degli anni e nel 2016 Ferdinando decide di acquistare una piccola cantina in pietra nel seminterrato di un ex convento del 1700 ca. in Località la Cappella a Lucca. Prende in gestione due altri vigneti nelle vicinanze ed impianta un nuovo piccolo vigneto accanto alla prima vigna. La vendemmia 2019 ha avuto come risultati 18 ql. di Bianco Donna Paola e 40 ql. di Rosso Alessandro. Una violentissima grandinata nel mese di Aprile, che ha colpito la vigna di San Martino in Vignale, ha causato la totale perdita del raccolto che avrebbe prodotto Steccofino 19. Le etichette riporatano il volto di Ferdinando che ci mette la faccia a garanzia di qualità e genuinità.
– Da dove proviene la scelta del nome della vostra azienda? Il vostro logo ha un significato in particolare?
L’azienda prende il nome del fondatore Ferdinando BIagiotti, che così ha voluto nel 2006 quando tutto ha preso inizio per identificare il prodotto con il produttore. Il nostro logo è lo Stemma di Famiglia, quello in era Sabauda in quanto la nostra famiglia ha radici documentate dal 1250.
– Quali sono le origini dell’azienda, e quale è stato il vostro percorso che vi ha portato a dove siete ora?
Nel 2005 abbiamo acquistato un picco appezzamento di terreno incolto e pieno di rovi, nel ripulirlo abbiamo scoperto un tesoro, c’era una vecchia vigna di metà anni ’60, l’abbiamo recuperata con tantissima fatica, mantenendo le solite viti e reinnestando le vecchie per sopperire alle inevitabili fallanze, oggi questo appezzamento di ca. 5000 mq. produce il nostro vino di punta: STECCOFINO un igt rosso. Siamo partiti dal nulla, non c’era nè esperienza, nè tradizione, un pizzico di pazzia che si è alimentata sempre più e che ha portato la nostra azienda ad acquisire nel 2016 una piccola cantina nel contesto di un ex monastero del 1750 in località la Cappella a Lucca con la realizzazione di tre stanze dedicate a: la prima all’acciao, con tini, diraspatrice, imbottigliatrice e tappatrice, la seconda per l’affinamento in legno ed in bottiglia e la terza per piccoli eventi e degustazioni.
– Quali sono le caratteristiche di unicità che contraddistinguono i vostri prodotti?
La caratteristica principale è che i tre ettari di vigneti sono tutti con minimo di 40 anni di età, quindi cloni diversi dagli attuali. Non produciamo vini in purezza ma ci affidiamo alla tradizione locale con: il Sangiovese ed il Merlot per i rossi ed il vermentino ed il Trebbiano per i bianchi, i quali sono i vitigni prevalenti. I nostri contadini avevano però piantato anche del Ciliegiolo, Moscato D’Amburgo e Moscato bianco offrendo soluzioni che richiamano la tradizione delle Colline di Lucca. Produciamo tra le 8000 alle 15000 bottiglie all’anno. La nostra azienda è in conversione Bio.
– Se doveste raccontare i vostri vini a chi non li ha mai assaggiati, come li descrivereste?
Un tuffo nella tradizione dei vini di Lucca, con una sorprendende morbidezza, profumi e persistenza. I nostri vini sono unici grazie al fatto che i nostri vigneti sono stati impiantati da 40 a 60 anni fa. Sono vini “veri” nel senso pieno della parola, la genuinità e l’amore per il lavoro che facciamo quotidianamente e lo vorremmo ribadire con il fatto che in etichetta c’è il volto del titolare a garanzia del contenuto.
– Qual è il consumatore tipo di riferimento della vostra azienda? A chi si rivolge il vostro vino?
Ad un consumatore preparato e curioso di provare vini poco conosciuti ma alla ricerca del buono e del vero. In particolare il nostro bianco, Donna Paola, subisce una macerazione sulle bucce che lo caratterizza fortemente.
– Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Un approccio tradizionale, se si tiene conto che usiamo il torchio a mano per strizzare le bucce, ma ovviamnete con alcuni accorgimenti moderni che implementano i risultati. Anche l’aggiunta di metabisolfito è molto ponderato, utilizziamo circa la metà della quantità consentita; le dosi massime consentite sono di 200 mg/L per i bianchi e rosati e 150mg/L per i rossi.
– Quali sono i canali di vendita utilizzate per raggiungere i vostri clienti? Quali strategie avete adottato in questo momento di emergenza sanitaria?
Ci occupiamo personalmente delle vendite presso ristoranti ed enoteche ed abbiamo aggiunto da poco sul nostro sito www.cantinabiagiotti.it, la vendita on line sia per addetti ai lavori che per privati. L’aspetto Covid ci ha penalizzato moltissimo ma confidiamo in una ripresa delle normali attività. Nel frattempo andiamo ad implementare le vendite on-line.
– Organizzate visite in cantina per appassionati? Se sì, cosa prevedono?
Organizziamo piccoli eventi che comprendono la visita dei vigneti e spieghiamo come nasce il vino, accompagnato da taglieri di formaggi (del pastore vicino a noi) così come gli affettati, il nostro olio, le nostre olive in salamoia, un dolce ma soprattutto la degustazione delle nostre tre etichette: STECCOFINO, ALESSANDRO e DONNA PAOLA. A questi incontri siamo sempre presenti noi della famiglia, perchè crediamo che ai nostri ospiti faccia piacere parlare e confrontarsi con chi realmente produce, cossichè da poter rispondere esattamente ad ogni domanda che ci viene fatta: come si lavora in vigna ed in cantina, come s’imbottiglia, come si tappa, come si etichetta a mano etc.
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