A Borgo Verde, località a pochi chilometri da Treviso, sorge Borgoverde, storica azienda agricola del territorio. Proprio qui, in uno scenario incantevole, completamente circondata dalla natura, Borgoverde dà vita ai suoi vini, legati alla tradizione, sia di vitigni autoctoni che con un respiro più ampio ed internazionale, pensati per un pubblico curioso di scoprire sapori ed aromi inaspettati, moderni nella forma, antichi nella sostanza. Per Borgoverde la terra diventa così guida e compagna nella quotidianità con scelte rispettose di quella che è la sostenibilità a “tutto tondo” perché…“La terra non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri, ma ci è stata data in prestito dai nostri figli” (proverbio indiano)
– Da dove proviene la scelta del nome della vostra azienda? Il vostro logo ha un significato in particolare?
Borgoverde, azienda agricola pluridecennale a mezz’ora da Venezia, è sita in località Borgo Verde da cui prende origine il nome…proprio “radicato” nella terra dove si trova. E qui, intercalata completamente in un contesto di alberi e prati, l’azienda vitivinicola promuove i suoi prodotti. Anche il nostro logo profuma di territorio e di storia: i leoni alati rimandano all’epoca della Serenissima dove molto diffuso era il Marchetto, popolare soldo veneziano (Marchetto è il nostro cognome).
– Quali sono le origini dell’azienda, e quale è stato il vostro percorso che vi ha portato a dove siete ora?
Da 60 anni Borgoverde racconta la storia di una tradizione, quella che assimila ed unisce la terra ai suoi frutti, coltivati con cura e passione, colti secondo il ritmo della natura, quando sono pronti per riposare nei nostri vasi vinari in muratura, gli stessi che oggi costituiscono i corridoi della nostra azienda dove la storia continua all’insegna della sostenibilità. A Borgoverde il passato viene recuperato e restituito al presente: è solo dalle fondamenta di ciò che era che possiamo plasmare ciò che sarà.
– Quali sono le caratteristiche di unicità che contraddistinguono i vostri prodotti?
Sono prodotti sempre in metamorfosi che, mantenendo i valori della tradizione e soprattutto della sostenibilità, vogliono migliorarsi con linee nuove e flessuose, cercando sempre più l’interpretazione dell’emozione che ognuno di noi vive in modo tale da immortalare con il vino l’esperienza o l’evento affrontato. Sì…vini che, se conosciuti, possano essere scelti per essere coniugati non solo con il cibo ma anche con il vissuto personale e con le emozioni del momento. Un vino? un abito cucito per la propria realtà in quel preciso istante, quindi interpretativo del messaggio sia di chi lo crea sia di chi lo cerca.
– Se doveste raccontare i vostri vini a chi non li ha mai assaggiati, come li descrivereste?
Sono piccole collezioni di diverse varietà che contengono sicuramente come fil rouge il valore della sostenibilità e che vogliono essere vini LIBERI di poter essere interpretati da chi li sceglie, consapevoli di poter contare sempre su un’origine, quella della volontà di chi li crea, che vuole essere caposaldo di equilibrio, sì, ed anche comunicazione di evoluzioni flessibili ed in costante affinamento con tempi, metodi e persone.
– Qual è il consumatore tipo di riferimento della vostra azienda? A chi si rivolge il vostro vino?
Il consumatore tipo è colui che vuole trarre dalla quotidianità la condivisione per il buon bere, la buona tavola, la buona vita (con o senza lockdown) e l’appassionato che trova dalle piccole produzioni di nicchia motivo di degustazioni che profumano di territorio e che solleticano abbinamenti con vari piatti e cibi.
– Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
La tradizione solitamente viene rispettata, cercando sempre di modellarla a prospettive di futuro: per questo aderiamo a protocolli come SQNPI per approcci di sostenibilità con l’ambiente in cui operiamo e viviamo. La sostenibilità diventa per noi trasversale come stile di vita: attività lavorativa, solidarietà, ambiente, relazioni con persone.
– Quali sono i canali di vendita utilizzate per raggiungere i vostri clienti? Quali strategie avete adottato in questo momento di emergenza sanitaria?
Abbiamo rivalutato l’importanza del digitale proprio per permetterci di essere “distanti fisicamente/ vicini socialmente” a clienti e fornitori. Abbiamo quindi fatto più nostri nella quotidianità i canali di comunicazione e di vendita online per riuscire a soddisfare il binomio locale/globale.
– Organizzate visite in cantina per appassionati? Se sì, cosa prevedono?
Le visite in cantina – quando consentite- prevedono degustazioni vino/cibo ovviamente rispettose del territorio.
Ci piace spaziare anche su altri approcci di supporto per farci conoscere meglio dal nostro ospite quindi via libera a trasversalità con musica, arte, cultura e social media.
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