– Perché avete deciso di intraprendere questa esperienza? Da dove proviene la vostra passione per il vino? Quali sono le origini della vostra azienda?
A Borgo Verde, località a pochi chilometri da Treviso, sorge Borgoverde, storica azienda agricola del territorio. Proprio qui, in uno scenario incantevole, completamente intercalata nella natura, da oltre 60 anni, Borgoverde racconta la storia di una tradizione, quella che assimila ed unisce la terra ai suoi frutti, coltivati con cura e passione, colti secondo il ritmo della natura, quando sono pronti per riposare nei vasi vinari in muratura, gli stessi che oggi costituiscono i corridoi dell’azienda dove la storia continua all’insegna della sostenibilità.
Anche il nostro logo profuma di storia e territorio: i leoni alati rimandano all’epoca della Serenissima dove molto diffuso era il Marchetto, popolare soldo veneziano (Marchetto è il nostro cognome). Per noi la terra è guida e compagna nella quotidianità con scelte rispettose di quella che è una sostenibilità a “tutto tondo” perché…“La terra non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri, ma ci è stata data in prestito dai nostri figli” (proverbio indiano).
A Borgoverde, quindi, il passato viene recuperato e restituito al presente perché è solo dalle fondamenta di ciò che era che possiamo plasmare ciò che sarà. Aderire anche quest’anno all’iniziativa del gruppo Prodes Italia, Best Wine Stars 2023, è occasione, per noi, per sinergizzare con altre realtà significative del mondo vitivinicolo italiano ed internazionale, intercettando valide opportunità professionali. Best Wine Stars è motivo per far conoscere la nostra dimensione aziendale a winelovers e/o possibili acquirenti che abbiano voglia di intercalarsi in profumi, aromi ed emozioni che offre il nostro terroir.
– Cosa significa per voi gestire un’azienda come la vostra?
Nel nostro piccolo, gestire un’azienda vuol dire adottare un mindset incline a challenge, resilienza ed evoluzione, facendolo proprio nell’approccio professionale di ogni giorno. A nostro avviso, il desiderio di uscire dalla comfort zone, approfondendo, valutando, sperimentando il “nuovo”, può rivelarsi leva di prosperità per l’attività produttiva.
– Come nasce il vostro vino? Avete un approccio alla produzione più tradizionale o utilizzate tecniche innovative?
Nel rispetto della tradizione, cerchiamo di modellare le nostre tecniche produttive a prospettiva di futuro. Lavorare in ottica sostenibile è, per noi, uno stile di vita a 360 gradi. Il nostro motto? Renderci conto per rendere conto.
Reputiamo essenziale acquisire una consapevolezza interna all’azienda, tale da tradurre il nostro operato in valore condiviso per la tutela dell’ecosistema terrestre. Per questo motivo aderiamo a protocolli, come SQNPI, per salvaguardare l’ambiente in cui operiamo e viviamo quotidianamente e, grazie a partnership con enti terzi, destiniamo i nostri sottoprodotti di lavorazione ad attività di upcycling per offrire un contributo ad un’economia più circolare.
– Quali sono secondo voi le caratteristiche principali dei vostri vini?
I nostri sono prodotti in costante metamorfosi che, mantenendosi legati alla tradizione di vitigni autoctoni, sono dotati di un respiro più ampio ed internazionale, pensati per un pubblico incline a scoprire sapori, profumi ed aromi inattesi, moderni nella forma, antichi nella sostanza. Vini, dunque, che, con le loro linee delicate e flessuose, sappiano diventare interpretazione delle emozioni e possano essere coniugati non solo con il cibo ma anche con un vissuto personale. Qualità, immagine moderna, versatilità e rapporto qualità/prezzo per la nostra linea premium, Sinuosamente, nonché un buon numero di etichette in grado di soddisfare le più svariate esigenze sono peculiarità distintive della nostra produzione.
– Qual è il futuro della vostra cantina? Avete già dei progetti in mente?
Abbiamo svariati progetti in essere ed in divenire che abbracciano molteplici dimensioni legate a vino, cultura, storia, tradizione ed evoluzione. L’obiettivo trasversale è quello di continuare a coltivare la cura per il territorio, valorizzandolo e tutelandolo con la nostra attività nell’imprescindibile rispetto dell’ecosistema Terra.
– Quali sono le sensazioni che volete trasmettere ai consumatori attraverso le vostre etichette?
Ci piace concepire il vino come un abito cucito per la propria realtà in un preciso istante, un espediente interpretativo di un’emozione. Si parla di vini liberi di poter essere interpretati da chi li sceglie, consapevoli di poter contare sempre su un’origine, quella della volontà di chi li crea, che vuole essere caposaldo di equilibrio, sostenibilità e comunicazione di evoluzioni flessibili ed in costante affinamento con tempi, metodi e persone.
– Quali sono per voi le tre regole d’oro per un buon vino?
– Rispetto per natura e ciclo della vite, un ascolto attivo che equivale ad un impegno morale prima ancora che pratico;
– Competenza e dedizione, un lavoro sartoriale da svolgere con passione e cura in vigna;
– Dinamismo, desiderio di metamorfosi ed evoluzione continue.
– Se dovesse scegliere due parole chiave per descrivere i vostri prodotti, quali sarebbero?
Versatili, liberi.
– Qual è il vostro rapporto con il territorio?
Noi abbiamo un appuntamento quotidiano con le nostre vigne. Ne comprendiamo il loro immenso valore e di loro ci prendiamo cura con un lavoro minuzioso che segue, adattandosi o plasmandoli, i ritmi della natura. Coltivare la vite, per noi, è una responsabilità morale prima che pratica: un impegno che richiede attenzione, pazienza e fedeltà. La nostra filosofia si fonda su un’agricoltura virtuosa, che osserva e valorizza le interconnessioni tra uomo e natura. Il nostro è un ascolto attivo e rispettoso perché ogni vigna, ogni vite, ogni grappolo d’uva sono un individuo che ricopre un ruolo fondamentale nella rete delle relazioni e nell’ambiente in cui vive. Fare vino è per noi un modo di rafforzare il legame con la terra, le nostre origini e le nostre tradizioni.
– Come si posiziona oggi il vostro vino? Siete più orientati al mercato nazionale o a quello internazionale?
In seguito al restyling della linea “base” ed alla creazione di una linea “premium” (“Sinuosamente”), vorremmo collocare i nostri prodotti nel settore Horeca ed alta ristorazione e destinare, allo stesso tempo, la nostra “linea base” anche a GDO e largo consumo.
– Perché un consumatore dovrebbe scegliere i vostri vini? E chi è il vostro target di riferimento?
Il nostro consumatore tipo è colui che vuole trarre dalla quotidianità la condivisione per il buon bere, la buona tavola, la buona vita e l’appassionato che trova dalle piccole produzioni di nicchia motivo di degustazioni che profumano di territorio e solleticano abbinamenti con vari piatti e cibi. Il target attuale è composto da clienti privati e qualche ristorante. Ad oggi, per molteplici ragioni, ci stiamo dedicando in particolare alla vendita all’ingrosso.
Il target potenzialmente eleggibile ed auspicabile potrebbe essere quello dall’età compresa tra i 23 ed i 60 anni con passione per enogastronomia, arte, cultura e sport e con una certa preparazione culturale di base e molto dinamica.
– Qual è secondo voi l’etichetta che più rappresenta la vostra azienda? E perché?
Il rinnovamento e l’aggiornamento della nostra brand identity è in corso d’opera. “SinuosaMente” è stata la prima collezione nata con la “nuova gestione” e filosofia aziendale che ben tratteggia la nostra identità. “SinuosaMente” è una collezione “in divenire”, un inno per celebrare il coraggio e la determinazione delle donne che hanno segnato la storia del territorio veneto. Il desiderio di esprimersi e realizzarsi come primato di esempio di libertà ed autorevolezza, sovvertendo tutte le regole sociali del loro tempo, accomuna queste donne che ispirano i nostri attuali vini dall’elegante persistenza e dal carattere raffinato e potente.
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